11 marzo 2015 ore: 13:51
Disabilità

Correre in automobile in braille si può: l'Uic alle "100 Miglia Terre Gonzaghesche"

Domenica a Guastalla gareggia anche l'Unione italiana ciechi con il progetto Mite. Gilberto Pozza: “Normalmente un non vedente viene accompagnato in tutte le sue attività. Qui accade il contrario, si stravolge l’idea di accompagnamento: questa la novità della nostra iniziativa"
100 Miglia delle Terre Gonzaghesche - auto in partenza

- REGGIO EMILIA - Anche l'Unione Italiana Ciechi parteciperà alle "100 Miglia delle Terre Gonzaghesche", la manifestazione che nel 2014 ha visto partecipare ben 100 equipaggi, con un'altissima concentrazione di "regolaristi", e che sarà il primo appuntamento del “Campionato Torri & Motori 2015”. Si parte domenica 15 marzo da Guastalla per attraversare Gualtieri, Boretto, Brescello, Luzzara, Suzzara, Pegognaga, Gonzaga, Reggiolo, e infine l'arrivo nuovamente a Guastalla. Confermata la formula che vedrà premiati i primi tre classificati dei cinque livelli conducenti.

Come per tutto il “Campionato Torri & Motori”, è confermata la partecipazione degli equipaggi della Scuderia Progetto M.i.t.e (acronimo di “Miteinander, Insieme, Together, Ensemble) il progetto unico al mondo ideato da Gilberto Pozza per dare la possibilità a persone ipovedenti e non vedenti di partecipare, come navigatori, a gare di rally e regolarità nazionali ed internazionali, grazie ad un apposito road book realizzato in braille.
L’importanza del Progetto M.i.t.e., infatti, consiste nel fatto che i non vedenti sono realmente inseriti nel mondo dell’automobilismo e gareggiano al pari degli altri equipaggi comparendo nella classifica generale e non necessitano di una graduatoria a sé stante. Leggendo il road book in braille o ingrandito i non vedenti o ipovedenti svolgono concretamente il ruolo di navigatori condividendo gioie e dolori, vittorie e sconfitte e la responsabilità di ogni azione compiuta.

Quest’anno la manifestazione è organizzata in collaborazione con la “Scuderia San Martino-Reggio Emilia”.  Ammesse le auto costruite entro il 31 dicembre 1994 che si sfideranno in circa 50 prove cronometrate concatenate lungo un tracciato di circa 140 chilometri, attraverso le terre gonzaghesche, tra vecchi casali e antichi borghi.
“Normalmente un non vedente, nella vita di tutti i giorni, viene accompagnato in tutte le sue attività - afferma Gilberto Pozza -. Grazie al Progetto M.i.t.e accade il contrario, si stravolge completamente l’idea di accompagnamento, qui sta la novità della nostra iniziativa. Il navigatore non vedente guida il pilota e indica la strada, come in qualsiasi gara automobilistica. Fino a pochi anni fa - continua Pozza - per i non vedenti il mondo dell’automobilismo, anche sportivo, era off limits. Ora, anche grazie a progetti come il M.i.t.e. che negli anni ha raggiunto 27 vittorie assolute in campionati tra Italia, Germania e Argentina, possiamo finalmente parlare di inclusione sociale a 360 gradi".

Presenti alla manifestazione Maino Marchi, Deputato Pd, Roberta Mori, Presidente Commissione “Parità e Diritti delle persone” Regione Emilia-Romagna, Ottavia Soncini, Vicepresidente Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna, Ilenia Malavasi, Sindaco del Comune di Correggio e Vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Camilla Verona, Sindaco del Comune di Guastalla e Stefano Tortini, Presidente Regionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (Uici) e Presidente Regionale della Fand(Federazione Associazioni Nazionali Persone con Disabilità).

Chiara Tirelli, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti per la sezione provinciale di Reggio Emilia, parteciperà come ogni anno alla manifestazione in qualità di navigatrice: “Sono alcuni anni che gareggio con mio marito in diverse gare di regolarità per auto storiche e grazie alla lettura del road book in braille sono in grado di svolgere il ruolo di navigatore durante le competizioni. Il progetto M.i.t.e. ha una forte valenza sociale, perché oltre al divertimento sportivo ci dimostra concretamente quanto sia importante oggigiorno per un non vedente poter veicolare con semplicità le proprie passioni in contesti culturali non sempre accessibili a tutti”. 

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