3 maggio 2016 ore: 17:59
Immigrazione

Corridoi umanitari, altri 100 profughi in Italia. “Gli altri paesi facciano lo stesso”

Arrivati questa mattina a Fiumicino sono soprattutto siriani e iracheni. E’ il terzo gruppo che giunge nel nostro paese senza rischiare la vita sui gommoni degli scafisti. I promotori: “Abbiamo dimostrato che è possibile! Ci auguriamo che il nostro progetto diventi virale in tutta Europa”
Migrani. Profughi con cartellino Corridoi

ROMA – Solidarietà, accoglienza, dignità, sicurezza, trasparenza, ma soprattutto pace: sono queste le parole che questa mattina sono riecheggiate nella grande sala del Terminal 5 degli Aeroporti di Roma in occasione dell’arrivo con i “corridoi umanitari” di un centinaio di profughi siriani e iracheni dal Libano. Il progetto pilota portato avanti dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola Valdese, in collaborazione con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri, ad oggi ha portato quasi 200 profughi in Italia, tra cui molti bambini.

“Arrivare in aereo e non su un gommone è possibile”: lo hanno ribadito nel corso della conferenza stampa i promotori del progetto ecumenico. Questa mattina alle 7 sono sbarcati muniti di visto per “motivi umanitari” dal volo Alitalia proveniente da Beirut, e subito sono stati accompagnati dalla Polizia di Frontiera in un'area dello scalo appositamente dedicata per effettuare il lungo disbrigo delle pratiche individuali, compresa l'identificazione anche con il riscontro delle impronte digitali. Tutti hanno avanzato regolare richiesta di asilo.

Ad accoglierli a Fiumicino non solo lo staff ecumenico composto dagli operatori di “Mediterranean Hope-FCEI” e di Sant’Egidio, ma anche il pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI; Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio; Paolo Naso in rappresentanza della Tavola Valdese; Daniela Pompei, responsabile servizi immigrazione della Comunità di Sant’Egidio, e per parte istituzionale Mario Giro, vice ministro degli Esteri, e il prefetto Angelo Malandrino, del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministro dell’Interno.

“Accogliamo con gioia e braccia aperte questi nuovi europei, grazie ai quali costruiamo ponti”, ha sottolineato Riccardi, convinto che “l’Europa dei muri non è più l’Europa!”, ed evidenziando la natura del progetto, dove “solidarietà e legalità si coniugano con trasparenza, e dove la collaborazione tra stato e società civile è un valore aggiunto”. Per i promotori del progetto si tratta di un importante esempio di accoglienza e integrazione per tutta l’Europa: “Il nostro augurio è che anche altri paesi europei possano lasciarsi contagiare dal benefico virus dei ‘corridoi umanitari’”, ha detto Naso, mentre il presidente FCEI Negro ha sottolineato l’aspetto ecumenico di questo progetto, rilanciando l’idea di una convocazione delle chiese europee sulla crisi migratoria espressa recentemente dallo stesso Riccardi. “I tempi sono maturi per un alto impegno ecumenico delle chiese su scala europea” ha affermato Negro, facendo riferimento alla “Carta ecumenica” del 2001 di Strasburgo, che oggi, “a 15 anni dalla solenne firma, in tema di accoglienza dei migranti è ancora più che valida”.

Intanto il viaggio dei “neo-richiedenti asilo” prosegue. Numerose le località in tutta la penisola verso le quali si stanno dirigendo con i pullman: Torino, Melegnano (MI), Reggello (FI), Terni, Roma, Frosinone, Potenza tra le destinazioni finali delle varie famiglie, che saranno ospitate nelle strutture messe a disposizione dai promotori del progetto e dai loro partner, tra cui figura anche la Diaconia Valdese.

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