Corridoi umanitari, atterrati a Roma 158 afghani: "Evviva l'Italia"
ROMA - "Evviva l'Italia!": così hanno esclamato gli oltre 70 bambini alla testa del corteo dei 158 profughi afghani atterrati stamani all'aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino grazie ai corridoi umanitari.
Con loro, tanti uomini e donne sorridenti, con lo sguardo di chi si sente ormai al sicuro: fuggiti in Pakistan dal governo dei talebani, sono stati selezionati dal protocollo stretto il 4 novembre dell'anno scorso dall'allora governo Draghi con Conferenza episcopale italiana (Cei), attraverso Caritas Italiana, Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Arci, Iom, Inmp e Unhcr.
Ad accogliere il gruppo, tra volontari e giornalisti, i rappresentanti degli organismi coinvolti tra cui monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, che dal palco dichiara: "Viviamo un evento grande: benvenuti! Ciò che fa di un uomo tale è la capacità di incontrarsi. Quando qualcuno spera in una vita migliore siamo tutti coinvolti".
In conferenza stampa interviene anche Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio: "Oggi l'Italia festeggia il vostro arrivo: è l'Italia che accoglie, che vi ha preparato una strada che vi porterà a una casa, una scuola, un lavoro e che dà un futuro che altrimenti sarebbe stato negato". Quindi la richiesta: "Aiutateci anche voi a costruire un'Italia migliore".
Libero Ciuffreda, membro del Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, racconta: "Io sono medico e a Lampedusa ho visto persone arrivare dal mare stremate, o morte. Quando vi ho visto arrivare voi stamani, felici e in salute, mi sono commosso, perché è evidente che costruire un futuro insieme è possibile, anche se a volte In Italia e in Europa si dice il contrario. Ma noi diciamo che invece si può".
I cittadini afghani, rifugiati in Pakistan dall'agosto 2021, verranno accolti in diverse regioni e avviati subito verso un percorso di integrazione, a partire dall'apprendimento della lingua e dall'inserimento lavorativo, grazie a questo progetto totalmente a carico degli organismi proponenti e sostenuto dalla generosità e dall'impegno di tanti cittadini italiani, che hanno offerto le loro case per ospitare, ma anche comunità religiose, ong e diversi soggetti ecclesiali e civili. (DIRE)