Arrivati a Fiumicino 81 profughi, in maggioranza siriani, con un regolare volo di linea da Beirut. Muniti di “visto umanitario” hanno avanzato richiesta di asilo. E’ il quarto gruppo che giunge in Italia in sicurezza. Giro: “Il 21 giugno progetto presentato all’Assemblea Onu
ROMA - “Abbiamo dimostrato che si può fare, quindi facciamolo anche in altri paesi europei” e “un messaggio per l’Europa: c’è fretta di adottare questo modello positivo, di pace, che salva vite umane”: sono gli inviti lanciati dai promotori del progetto in una conferenza stampa al Terminal 5 degli Aeroporti di Roma, in occasione dell’arrivo con i “corridoi umanitari” di 81 profughi per lo più siriani dal Libano. Il progetto pilota portato avanti dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola Valdese, in collaborazione con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri, a oggi ha portato quasi 300 profughi in Italia, tra cui molti bambini. Questa mattina alle 7 sono sbarcati muniti di visto per “motivi umanitari” dal volo Alitalia proveniente da Beirut, accompagnati poi dalla Polizia di Frontiera in un'area dello scalo appositamente dedicata per affrontare le pratiche individuali, compresa l'identificazione e la presa delle impronte digitali. Tutti hanno avanzato regolare richiesta di asilo.
Ad accoglierli a Fiumicino non solo lo staff ecumenico composto dagli operatori di “Mediterranean Hope-FCEI” e di Sant’Egidio, ma anche Paolo Naso, in rappresentanza della FCEI e della Tavola valdese; Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio; Mario Giro, vice ministro degli Esteri, Domenico Manzione, sottosegretario del Ministero dell’Interno e Daniela Rotondaro, ambasciatrice in Italia della Repubblica di San Marino. A chi dice “aiutiamoli a casa loro” la risposta è: non c’è più una casa “per tutelare i diritti umani, i vostri diritti - ha detto Paolo Naso -, è questa ora la vostra casa!”. “Istituzioni e chiese, ecumenicamente, hanno indicato all’Europa una via da intraprendere, una prassi da replicare – ha concluso Naso -, noi diciamo ‘si può fare!’”. L’invito è stato accolto dalla Repubblica di San Marino, primo stato dopo l’Italia ad aderire al progetto, che ha portato il proprio sostegno con le parole dell’ambasciatrice Rotondaro. “Siamo soddisfatti e riconoscenti per l’adesione di San Marino – ha aggiunto Marco Impagliazzo - questo è un modello per tutta l’Europa, e lo sosteniamo con forza”. “Abbiano indicato un’altra strada, alternativa ai barconi dei trafficanti di esseri umani” ha aggiunto il sottosegretario Manzione. Il vice ministro degli esteri Mario Giro ha anticipato che “il progetto italiano dei corridoi umanitari verrà presentato all’Assemblea generale della Nazioni Unite il prossimo 21 giugno”.