Cosenza, rom contro la tendopoli: rischio barricate. "E’ segregazione"
COSENZA - I rom in agitazione: minacciano di barricarsi nelle baracche, quando ci sarà lo sgombero. A pochi giorni dallo spostamento, annunciato a più riprese dal comune di Cosenza, molti rom appartenenti alla comunità che vive sul lungo Crati si ribellano alla soluzione "tendopoli", trovata dall'amministrazione guidata dal sindaco Mario Occhiuto. "Ieri pomeriggio c'è stato il sopralluogo di una delegazione di rom rumeni, insieme all'associazione "Lav Romanò" e all'associazione "Scuola del Vento" che, insieme allo staff del sindaco, si sono recati alla tendopoli", racconta Luigi Bevilacqua, rom da tempo attivo nell'associazionismo Cosentino.
"Lo scontro più acceso - continua Bevilacqua -, c'è stato alla vista delle tende in cui i rom sgomberati dovrebbero vivere, a causa delle dimensioni ridotte e per il fatto che ci debbano vivere più famiglie. La richiesta della comunità rom è quella di ottenere una tenda per ogni nucleo familiare".
Intanto il giorno dello sgombero si avvicina. Le baracche disabitate sono state già demolite. E il Comune sta effettuando le prime opere di bonifica del territorio. La comunità è in fermento. "Vorremmo essere aiutati dall'Amministrazione a trovare una casa in affitto. Per noi non è facile!", affermano alcuni rom, che si sono già mossi per cercare un appartamento. Ma gli sono state chieste caparre esorbitanti. Anche fino a sette mesi di anticipo. "Siamo disposti a pagare un affitto" sostengono alcuni abitanti del campo, "ma abbiamo bisogno di trovare soluzioni economiche che riusciamo".
Alcune foto del campo rom a Cosenza |
Il sindaco Mario Occhiuto."Il campo rom è una baraccopoli sorta in una zona a forte rischio idrogeologico, dove ci sono stati vari incendi, a cui ho trovato soluzioni anche requisendo immobili delle ferrovie dello Stato - afferma il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto -. Devo sgomberare il Ferrhotel, a causa di un'ordinanza del Tar. E procederò anche con la baraccopoli di Vaglio Lise. Ho fatto più volte dei progetti per un campo attrezzato. L'idea era quella di riconvertire un'area industriale in un centro di valorizzazione della cultura rom. Ma i progetti sono stati entrambi bocciati dalla Regione Calabria, proprio perché era prevista la residenza dei rom. Le stesse associazioni hanno bocciato l'idea del campo attrezzato. Ma non è tutto. Sono costretto a sgomberare, per mettere in sicurezza le vite dei rom, a causa di un sequestro dell'area, da parte dell'autorità giudiziaria. Ho fatto un'ordinanza che presuppone un campo d'emergenza, per accogliere le persone sgomberate. Si tratta di un campo temporaneo. Con cucine comuni, bagni, docce. Ci sarà un controllo serio, non si potranno incendiare materiali tossici e sarà impossibile delinquere. Mentre oggi l'area del campo di Vaglio Lise è abbandonata a sé stessa". Il supporto ai neonati sarà dato nella tendopoli. Il Comune non ha trovato soluzioni alternative per i piccoli abitanti della baraccopoli.
- Dopo le tende case in affitto.Il costo della tendopoli si aggirerà intorno alle 100 mila euro e la gestione dell'emergenza dovrebbe terminare dopo l'estate. "Ci sono due modi di affrontare questi problemi - conclude il sindaco Occhiuto -. O ci si gira dall'altra parte o si strumentalizza la cosa. Queste questioni portano sempre a scelte impopolari. Ecco perché nessuno vuole affrontarle".Per il dopo-tendopoli il sindaco ha preso l'impegno di aiutare i rom della comunità che saranno favorevoli, a trovare una casa in affitto. Si tratta di 400 persone, con regolare permesso di soggiorno, che il Comune supporterà in questo percorso di emancipazione.
Le associazioni e i rom."Siamo d'accordo che la situazione sia insostenibile, e che per il bene della comunità rom sia necessaria una fuoriuscita dal campo. Ma in sinergia con quanto prevede la ‘Strategia Nazionale’ che vieta i campi, e prevede la condivisione della comunità nelle scelte". Lo sostengono "Scuola del Vento" e "Lav Romanò", associazioni presenti sul territorio, da anni. "Parlare di messa in sicurezza delle persone è un'ipocrisia, quando per dieci anni si è guardato il campo da lontano". Lo sostiene Maria Francesca D'Agostino, dell'associazione "Scuola del Vento", per anni presente nel campo con un presidio fisso. "Inoltre il sindaco dovrebbe spiegarci come mai ha programmato la costruzione di un villaggio attrezzato nell'area dell'ex mercato ortofrutticolo, che confina con il campo stesso", prosegue la D'Agostino. E termina: "I rom si sono integrati alla nostra mancanza di regole e di controllo, concessa perché c'era l'interesse alla costruzione di un eco-villaggio, nonostante i divieti della legge. Divieti che noi abbiamo sempre ribadito al sindaco".
Le tendopoli |
L'"Agenda Rom". Nel 2012 un consorzio di più associazioni, insieme ai rom di Vaglio Lise, aveva presentato e consegnato al sindaco Occhiuto l'"Agenda Rom", che prevedeva la fuoriuscita graduale degli abitanti dalla baraccopoli di Vaglio Lise, attraverso la soluzione delle case in affitto. Ma il sindaco, all'epoca, cercava di far approvare il progetto di villaggio attrezzato, a più riprese bocciato dalla Regione Calabria. Forse, se si fosse tentato un percorso abitativo per i rom, già allora, la questione "tendopoli" non sarebbe mai nata. Ad oggi le associazioni "Scuola del Vento" e "Lav Romanò" si riservano di intervenire con tutti i mezzi leciti possibili, se l'Amministrazione continua a voler sgomberare il campo prima che i rom abbiano trovato una soluzione alternativa. E stanno pensando ad un'interrogazione parlamentare, mentre è già stato presentato un documento congiunto, insieme all'European Roma Rights Centre, in cui si denuncia la scelta della tendopoli come "modalità che sembra favorire la segregazione razziale".
I fondi. Dure critiche all'Amministrazione arrivano anche dal "MeetUp Cosenza Amici di Beppe Grillo", che punta il dito sulle somme spese, dal 2014, proprio per la bonifica del campo sotto sgombero. "Dopo l'incendio del campo, lo stato di necessità ha reso impellente l'acquisto di tende, per una ‘sistemazione logistica’ dei cittadini rom. 40 mila e 700 euro la prima somma spesa dal Comune", si legge nella nota del MeetUp. Seguita da una spesa di 43 mila seicento euro, per la bonifica dell'area dove sarebbe dovuto sorgere il "campo profughi". E per un'ulteriore bonifica dai detriti lasciati dall'incendio e la realizzazione di una doppia trincea, per impedire la costruzione di nuove baracche, altre 49 mila 600 euro. Il MeetUp Cosentino sottolinea l'affidamento diretto degli appalti, a ditte di fiducia. E critica l'ultima spesa del Comune, effettuata per comprare altre tende e brandine. La somma sotto la lente è di 47 mila 200 euro.
La risposta del sindaco è lapidaria: "Intanto che il campo c'è non lo si può lasciare sommerso dai rifiuti. Inoltre, la cenere e i rifiuti risultanti da un incendio possono essere nocivi e pericolosi". Il MeetUp chiede ancora: "Non sarebbe stato più logico procedere alla previsione di un progetto di integrazione della cultura Rom da finanziare con fondi europei, magari fondi FSE? Che fine faranno le persone senza regolare permesso di soggiorno, ma che mandano i figli a scuola e rispettano le regole della comunità?". (Giulia Zanfino)