11 settembre 2018 ore: 09:24
Disabilità

Così lo "yoga della risata" aiuta le persone disabili (e non solo)

Nata nel 1995 in un parco di Mumbai in India, oggi è diffusa in oltre 100 Paesi con migliaia di club della risata di cui più di 400 in Italia. La trainer: “Attivi progetti in contesti specifici e con patologie particolari: risultati incredibili”. Dal 26 al 30 settembre il Congresso a Rimini
festival yoga risata 2018 - lara lucaccioni e andreapensini

RIMINI – Ridere, in assenza di umorismo, senza motivo. È la base dello Yoga della risata, disciplina nata nel 1995 in un parco di Mumbai e oggi diffusa in più di 100 Paesi del mondo con migliaia di club della risata gratuita. Oltre 400 sono attivi in Italia. Quella inventata dal medico indiano Madan Kataria e da sua moglie Madhuri è considerata una pratica “rivoluzionaria” che combina la respirazione profonda dello yoga a esercizi fisici di risata con effetti sia sul benessere del singolo sia del gruppo. “La risata aumenta la produzione di endorfine, serotonina e ossitocina ovvero gli ormoni del buonumore, mentre abbassa quelli dello stress ovvero cortisolo e adrenalina, aumenta le difese immunitarie, potenzia la respirazione e l'energia”, spiega Lara Lucaccioni, master trainer italiana. Da alcuni anni se ne conoscono gli effetti positivi in diversi contesti: scuola, aziende, carcere. Ma anche con persone con Alzheimer, anziani, malati oncologici, pazienti colpiti da ictus, persone disabili, tossicodipendenti. Tutte buone pratiche che saranno raccontate in occasione del secondo Congresso di Yoga della risata che si terrà a Rimini dal 26 al 30 settembre, durante il quale il fondatore dello yoga della risata parlerà di “come portare lo spirito interiore della risata nella vita quotidiana” e sarà impegnato in un ritiro spirituale per condividere il suo messaggio di unione e pace nel mondo attraverso la risata.

“Nel 2011 mi hanno consigliato di frequentare un corso di risata perché la mia energia era bassa – racconta Lucaccioni – In quel corso, durato tre settimane, ho scoperto il potere della risata, il potere di modificare l'energia e di connettersi con gli altri al di là delle culture e della diversità. E ho scoperto di avere il talento della risata contagiosa: sono stata di supporto al gruppo per sbloccare la risata”. Da quell'esperienza, Lucaccioni è tornata con un cambio di setting: “Mi sono licenziata, ho preso un anno sabbatico, ho fatto un corso di yoga della risata e ho iniziato un club della risata a Macerata, la mia città, in un periodo questa pratica non era conosciuta”. Oggi ci sono progetti attivi in diversi contesti come, ad esempio, nel carcere di Rebibbia grazie all'impegno di Cinzia Perrotta, teacher di yoga della risata ed educatrice, membro dell'associazione Vic (Volontariato in carcere) che porta avanti il progetto “Ridere: una cosa seria”, giunto alla terza edizione. “Cinzia ha portato lo yoga della risata tra i detenuti del complesso maschile di Rebibbia per ribadire il concetto del carcere come istituzione per la sicurezza e l'educazione e non per la sofferenza e la vendetta – dice Lucaccioni – e i risultati sono incredibili. Uno su tutti: è diminuito l'uso di antidepressivi”.

Altra esperienza è quella con le persone malate di Alzheimer. È Francesca Pieri, teacher di yoga della risata, a condurre – insieme alla collega Maria Pia Nobile - progetti all'interno di centri diurni per malati di Alzheimer di Roma. “Anche in questo caso i risultati sono stati positivi – afferma Lucaccioni – Quasi nessuno è stato ricoverato, ciò significa che non ci sono stati peggioramenti nelle condizioni di chi ha partecipato agli incontri di yoga della risata”. Pieri e Nobile hanno formato alcuni operatori che fanno praticare ai malati di Alzheimer 10 minuti di risata tutti i giorni: “Gli effetti sono stati diminuzione dell'aggressività, miglioramento della respirazione e anche delle relazioni”. La disciplina è stata portata anche all'interno di comunità di accoglienza per persone con problemi di dipendenza da sostanze da una teacher, Antonella Sancius, che ha provato su di sé gli effetti dello yoga della risata: malata di sindrome da stanchezza cronica, ha smesso di assumere farmaci da quando ha iniziato a praticare la risata. Altre sperimentazioni sono quelle che coinvolgono persone disabili e malati oncologici.

Gli incontri nei club della risata durano un'ora circa: si lavora molto con la connessione visiva e c'è molto movimento. “Non è un corso di yoga ma si lavora sulla relazione con l'altro, per stimolare i neuroni specchio e sbloccare la risata – precisa Lucaccioni – Si simula la risata attraverso esercizi, per nutrire il nostro bambino interiore”. La parte centrale dell'incontro è costituita da 10 minuti di risata continuativa: i partecipanti stanno seduti in cerchio e fanno l'azione della risata. “Inspiriamo, tratteniamo, espiriamo e ridiamo ciclicamente – spiega Lucaccioni – Questa è la fase più importante in cui si produce la biochimica che fa stare bene, poi si conclude con una fase di rilassamento per rimettere in equilibrio il sistema”.

Praticare 10 minuti di risata a casa ogni giorno permette di migliorare la propria energia. “Quello della risata è un lavoro sul respiro profondo – conclude Lucaccioni – che porta più ossigeno al corpo e al cervello e permette di essere più lucidi, focalizzati. Il consiglio è di praticarla tutti i giorni: i benefici saranno a tutto tondo”. (lp)

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