23 dicembre 2013 ore: 17:33
Immigrazione

Cpsa Lampedusa, Legacoopsociali: non andremo via fino alla notifica del ministero

Le cooperative non lasceranno il Centro fino alla notifica ufficiale sulla rescissione del contratto di gestione, che si vuole affidare alla Crocerossa internazionale. Peruca (LegacoopSociali Sicilia): “Sul video shock presiederò commissione d’indagine"
Immigrati protestano in un cie

PALERMO – E’ dal 2008 che le cooperative della società consortile di “Nuova Lampedusa accoglienza” hanno inoltrato le richieste al prefetto di Agrigento e alle autorità ministeriali per intervenire sulle carenze strutturali e sanitarie presenti all’interno del Cpsa di Lampedusa. Richieste che non hanno mai avuto alcuna risposta. L’ultima nota è stata inviata il 17 ottobre scorso a firma dell’amministratore delegato Cono Gallipò, indirizzata al prefetto di Agrigento in cui si sottolineava la necessità di dotare il centro di ‘un locale di isolamento sanitario’, di nuovi bagni e docce vicino a padiglione famiglie e di alcuni locali amministrativi considerato che, quest’ultimi, attualmente sono stati dedicati all’accoglienza dei migranti. Nel 2012 altre due note di richiesta di interventi in materia igienico sanitaria con la richiesta specifica di container per alcune operazioni sanitarie specifiche legate a casi di presunte malattie infettive.

A ribadirlo con forza è la responsabile di LegacoopSociali Sicilia Angela Maria Peruca che, questa mattina, insieme al presidente regionale di Legacoop Elio Sanfilippo, ha presentato il nuovo amministratore unico scelto da LegacoopSociali per guidare “Nuova Lampedusa Accoglienza srl” l'avvocato Roberto Di Maria, dopo le dimissioni del Cda, seguite alla richiesta di rimozione fatta da Legacoop Sicilia. Di Maria è docente di diritto costituzionale all'Università di Palermo.

Le cooperative che aderiscono a Legacoop, così come anticipato dal ministro Alfano, andranno via però nel momento in cui ci sarà la notifica ufficiale del ministero sulla rescissione del contratto di gestione, che si vuole affidare alla Crocerossa internazionale. Fino a quando, infatti, non arriverà la notifica del ministero, che attesta la risoluzione del contratto, le cooperative non lasceranno il Cpsa di Lampedusa. Dopo la notifica ministeriale passeranno altri trenta giorni in cui si dovrebbe procedere anche alla ristrutturazione del centro.

Intanto la presidente della Lega delle cooperative sociali della Sicilia, sottolineando che su quanto accaduto, lavorerà una commissione d’indagine presieduta da lei con il compito di stilare un accurato dossier sui fatti, spezza una lancia a favore di tutti coloro che hanno prestato il loro servizio a vario titolo all’interno del Cpsa di Lampedusa. In questi ultimi anni, inoltre, diverse sono state le sollecitazioni da parte dell’amministratore delegato di ‘Nuova Lampedusa accoglienza’ alle autorità competenti sulla necessità di intervenire in merito alle gravi carenze strutturali del Cpsa.

“E’ dal 2008 che l’amministratore delegato di ‘Nuova Lampedusa accoglienza’ ha mandato al prefetto di Agrigento e al ministero tutte le note di sollecito per intervenire in forma urgente per ristrutturare i locali dell’infermeria e per l’assicurazione dei trattamenti sanitari – sottolinea Peruca. Se una colpa imperdonabile hanno le cooperative è quella che, di fronte a queste disfunzioni e gravi carenze, non si è alzata adeguatamente la voce”.

“Ricordiamo che, dopo le visite compiute il mese scorso a Lampedusa - ha proseguito il presidente Elio Sanfilippo - da autorità e vari ministri, compreso Alfano, che hanno visto il centro distrutto e la sua impraticabilità (aggravata dall'allungamento dei tempi della permanenza, che non è più momentanea e di prima accoglienza), tornati a Roma nulla si è mosso, tutto è rimasto come prima e adesso si scaricano le responsabilità sulle cooperative”.

“La situazione precaria del centro dovuta principalmente al sovraffollamento ha inevitabilmente creato disperazione ed esasperazione delle persone migranti – continua Angela Peruca -. Gli stessi migranti, trovandosi da parecchi mesi in un centro, che dovrebbe essere temporaneo, è inevitabile che protestino. Vanno sicuramente però individuate le responsabilità individuali perchè nessun operatore si può permettere di reagire nei confronti dei migranti anche quando il clima è inevitabilmente teso”. “Chi è responsabile pagherà ma senza però sparare nel mucchio perciò ringrazio tutti coloro che hanno lavorato al Cpsa di Lampedusa in questi anni con grande dedizione, sforzandosi di dare il meglio che potevano. Non possono pagare tutti, vanificando tutto il lavoro che fino a questo momento è stato fatto. Non si possono mandare chiaramente al macero anni di lavoro svolti al centro di Lampedusa che, per la sua gestione qualitativa, ha ricevuto in passato apprezzamenti nazionali e internazionali. Ricordiamo che tutto questo è opportunamente documentato”.

“Naturalmente tutto deve essere contestualizzato e vanno approfondite le responsabilità individuali – ribadisce ancora Peruca -. Proprio per questo presiederò una commissione d’indagine su quanto accaduto a Lampedusa. La commissione sarà formata anche da un componente della presidenza regionale di Legacoop, dalla presidente regionale di Arci Sicilia Anna Bucca, dall’avvocato Nino Caleca e da Umberto Di Maggio di Libera”. “L’obiettivo , oltre a quello di fare luce naturalmente sui fatti, è anche quello di formalizzare insieme una proposta per riformare la legge italiana sull’accoglienza e l’integrazione degli immigrati – sottolinea -. Come lega delle cooperative siciliane abbiamo sempre detto che occorre rivedere completamente la legge Bossi Fini”. (set)

 

 

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