9 dicembre 2013 ore: 17:30
Economia

Cresce in Italia il gap retributivo tra uomini e donne

Passa dal 5,3 al 5,8% il divario retributivo in Italia secondo le ultime stime Eurostat pubblicate oggi dalla Commissione Europea. Le donne europee lavorano ancora 59 giorni all’anno a salario zero
Pari opportunità: bilancia uomo-donna

BRUXELLES - Cresce dal 5,3 al 5,8% il divario retributivo fra uomini e donne in Italia, secondo le ultime stime Eurostat pubblicate oggi dalla Commissione Europea. Ma, una volta tanto, il nostro paese fa meglio di molti altri: nell’Europa a 27, stando alle cifre che sono relative al 2011, il divario di compensi per ora lavorata fra uomini e donne è del 16,2%, in pratica invariato in un anno. Il paese che fa peggio è l’Estonia, con un divario retributivo del 27,3%, quello che fa meglio è la Slovenia, con un divario di appena il 2,3%. Fra questi due estremi ci sono esempi di differenza di retribuzione molto alta in tutti i paesi più importanti dell’UE, come nel Regno Unito (20,1%), in Francia (14,8%), in Spagna (16,2%) e addirittura in Germania (22,2%).

Ma un divario così basso nel nostro paese dipende probabilmente, come fa notare la vice presidente della Commissione e commissario alla Giustizia e ai Diritti Fondamentali Viviane Reding, da una tendenza generale alla diminuzione delle retribuzioni maschili piuttosto che all’aumento di quelle delle donne. In pratica, in italia, sono gli stipendi degli ulmini a essere molto bassi e livellano la differenza rispetto alla retribuzione media femminile. In generale, fra il 2008 e il 2011, la differenza di salario nell’UE è scesa del 1,1% e in italia dello 0,9%.

La relazione della Commissione conferma anche che, secondo questi dati, le donne europee lavorano ancora 59 giorni all’anno a salario zero. Per l’esecutivo di Bruxelles, il principale ostacolo alla parità retributiva è il fatto che le leggi, pur essendo presenti, non vengono rispettate e che le donne denunciano poco le discriminazioni subite in termini salariali.

Quindi, nonostante i principi di parità retributiva per lo stesso lavoro, di parità di trattamento sul luogo di lavoro e il congedo minimo di maternità, la strada verso un’effettiva uguaglianza in questo campo è ancora molto lunga. Un altro problema è che la direttiva sulle pari opportunità, datata 2006, è stata recepita pienamente solo in Francia e nei Paesi Bassi. Negli altri 26 Stati membri, fra cui l’Italia, la trasposizione nel quadro legislativo nazionale non è ancora stata completata. (Maurizio Molinari)

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