18 marzo 2016 ore: 16:25
Immigrazione

Cresce la dispersione scolastica dei ragazzi rom. "Raddoppiata in un anno"

A Roma i rischi paventanti dalle cooperative dopo la sospensione dei servizi di scolarizzazione nell’agosto 2015 sembrano essere diventati realtà: dai municipi XI e V arrivano le prime conferme. Di Maggio (Ermes):“La dispersione negli anni passati era in calo. Ora il danno è già fatto”

ROMA - Cresce la dispersione scolastica degli alunni rom in un anno nella Capitale. È la denuncia che arriva da due diversi municipi romani dopo il mancato rinnovo dei servizi di sostegno alla scolarizzazione dei minori rom gestiti fino ad agosto 2015 da alcune cooperative, lasciando attivo soltanto un servizio di scuolabus. Due le lettere inviate al Comune di Roma: la prima a firma dell’assessore alle Politiche sociali ed alla multiculturalità del Municipio XI, Domenica Alfonzo Miani e datata 11 febbraio; la seconda a firma dell’assessore alle Politiche sociali del V Municipio, Alessandro Rosi, con data più recente (inizi di marzo). "Appare evidente un netto calo delle frequenze scolastiche rispetto agli anni precedenti e un contestuale aumento della microcriminalità minorile”, spiega la lettera firmata da Miani. Mentre l’assessore del municipio V lamenta le difficoltà relative alle iscrizioni online alle scuole.

Una criticità, quella emersa, che le coop impegnate nei servizi avevano già denunciato in diverse occasioni. Ora arrivano anche le prime conferme. I campi dei due municipi in questione sono quello di Gordiani (municipio V) e quello di via Candoni per l’XI, con un numero di alunni rom, provenienti da villaggi attrezzati o insediamenti vari, che l’anno scorso superava quota 310, di cui circa 250 per le scuole del quinto municipio. “Appare evidente che l’impostazione del progetto di scolarizzazione, voluta dal Dipartimento politiche scolastiche, che ha annullato le azioni di mediazione culturale e supporto all’inserimento sociale e scolastico stia causando un drammatico passo indietro rispetto agli anni precedenti – scrive Miani -. Inoltre, il servizio di accompagno previsto attualmente non riesce a rispondere alle esigenze di raccordo e comunicazione tra scuola e famiglie, non fornendo un punto di riferimento indispensabile al successo dei processi di inclusione”.

A confermare il netto passo indietro almeno in questi due municipi, Salvo Di Maggio, presidente della Cooperativa Ermes, che seguiva gli alunni di via Candoni. “Rispetto a quelli dell’anno scorso – spiega - siamo su numeri di dispersi raddoppiato, quando invece la dispersione era in calo e intaccava soprattutto alcune situazioni particolari come i ragazzini con ripetenze o con difficoltà di inserimento per via della maggiore età rispetto alla resto della classe. Oggi riguarda anche quelli che sarebbero nella giusta classe d’età e non avrebbero nessuna difficoltà nell’inserimento, se ci fosse un minimo di supporto e di capacità di prevenire situazioni di disagio”. Alle difficoltà segnalate già ai primi di settembre, però, non sono arrivate risposte dal dipartimento competente, spiega Di Maggio. Mentre il rischio che possano esserci grossi problemi sulle iscrizioni online paventato da Rosi, pare esser diventato realtà. Secondo Di Maggio, già ci sono famiglie che non avendo supporto, hanno anche ritirato i bambini dalla mensa, per via della difficoltà con le pratiche relative all’Isee. “Il danno è già fatto – spiega Di Maggio -, nonostante avessimo avvisato per tempo la direzione del dipartimento politiche educative di Roma capitale”.

La soluzione al problema non è semplice e soprattutto, continua Di Maggio, non è quella di riproporre i servizi così come attivi fino al 31 agosto del 2015. “Nessun intervento sociale sensato può essere riproposto in maniera automatica – conclude -, altrimenti non ha senso. Bisogna farsi interpreti di quelli che sono i cambiamenti per lavorare maggiormente sul tema della responsabilizzazione delle famiglie e sul supporto alle scuole. Questi alunni arrivano a scuola senza avere come prima lingua l’italiano, vengono da una cultura orale. È normale che ci sia un gap da recuperare”.

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