23 aprile 2015 ore: 15:45
Disabilità

Cresce la domanda di libri parlati. Aspettando la banca delle voci per la narrativa

Giornata mondiale del libro. Tecnologia in crescita. Luisa Bartolucci (Unione ciechi e ipovedenti): “Ci piacerebbe avere rapporti e fare accordi con case editrici e scrittori. Il nostro sogno? Creare una banca delle voci degli scrittori di narrativa contemporanea”
Audio libro

ROMA - E’ nata nel 1957 per iniziativa di un gruppo di canadesi l’esperienza del libro parlato. E in Italia trovò subito terreno fertile. Nella Giornata mondiale del libro proclamata dall’Unesco, ne parliamo con Luisa Bartolucci, componente della direzione nazionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti.
Qual è lo stato dell’arte dell’audiolibro in Italia? “E’ un servizio che va sempre più ampliandosi. Ed è un lavoro in progress. Come Unione italiana ciechi siamo partiti dai magnetofoni, poi si è passati ai registratori a cassetta con i lati A e B, quindi ai cd e agli mp3. Oggi possiamo leggere gli audiolibri anche con l’I-phone”.
Tanti i progressi legati all’evoluzione della tecnologia. Oggi si è arrivati a uno standard internazionale, Daisy (Digital accessible information system), e da tempo il Centro nazionale del libro parlato dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti è iscritto al consorzio internazionale Daisy che si occupa esclusivamente della produzione di libri parlati.

“Daisy consente di sfogliare il testo come le pagine di un libro – spiega Luisa Bartolucci -, per pagine, per paragrafi o capitoli o anche riga per riga. Si può fare la ricerca delle note di un testo, è possibile inserire un segnalibro. Poi c’è il full text di Daisy, per il quale occorre un programma specifico ma agevole: tra le altre cose, consente alle persone ipovedenti di ascoltare l’audio mentre sul video scorre il testo. Un metodo usato molto anche per problemi di dislessia, e per questo spesso genitori ed esperti si rivolgono a noi”.

Ma quanto è cresciuta la domanda negli anni? “Sono sempre in crescita le richieste, tant’è che alcune case editrici si cimentano negli audiolibri, coinvolgendo anche personaggi noti come di recente Francesco De Gregori. C’è da considerare che ci sono persone che, al di là di problemi alla vista, preferiscono la lettura ‘mediata’ e scelgono gli audiolibri”. Una tendenza che in Italia si scopre ora,  mette in evidenza Bartolucci, ma che soprattutto nei paesi anglosassoni, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, è praticata da tempo da parte di tutti e proposta anche nelle biblioteche.

Chi si rivolge al Centro per il libro parlato dell’Uici non deve pagare nulla, perché  si tratta di un servizio e come tale non ha scopo di lucro, come tiene a precisare Luisa Bartolucci: “L’iscrizione degli utenti è gratuita, si tratta di una grande biblioteca itinerante”.
Chi legge i testi? “Abbiamo due livelli: speaker professionisti, a cui ci rivolgiamo per soddisfare le richieste più numerose, cioè per la lettura di best seller; e poi ci sono i nostri volontari donatori di voce, registrano da testi scolastici e universitari a saggistica e narrativa”.

Tanti progressi e richieste in aumento. Quali sono le criticità o gli aspetti che vorreste migliorassero? “Quando esce un libro in libreria vorrei poterne fruire subito – risponde Bartolucci -. Questo è possibile ad oggi con gli e-book, quando sono accessibili, ma non sempre lo sono, anche se ci si sta lavorando”. Ad esempio attivo su questo fronte è il progetto Lia coordinato dall’Associazione italiana editori e finanziato dal ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo. Il catalogo di oltre 9 mila e-book accessibili per persone non vedenti e ipovedenti si arricchisce di novità ogni mese ed è diventato un punto di riferimento per la comunità dei lettori italiani con disabilità visive”.
“E poi – conclude Bartolucci - abbiamo un sogno”. Quale? “Ci piacerebbe avere rapporti e fare accordi con case editrici e scrittori. Il nostro sogno è creare una banca delle voci degli scrittori di narrativa contemporanea”. (ep)

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