29 ottobre 2013 ore: 11:41
Economia

Crisi e consumi, crollo della spesa per i giochi. Italiani meno impulsivi

Ricerca Acri. Si riducono gli acquisti per giochi e lotterie (-35%), si contraggono le scorte e le spese voluttuarie si concentrano in pochi momenti dell’anno. Solo per i medicinali spesa in crescita. Aumenta leggermente chi riesce a risparmiare, mentre crolla la fiducia nel “mattone”
. azzardo, Cestino pieno di gratta e vinci

ROMA - L'uscita dalla crisi sembra sempre più lontana e per le famiglie italiane la ridefinizione dei consumi è ormai strutturale. Una razionalizzazione delle spese è divenuta sistematica, sia tra le famiglie colpite dalla crisi sia tra quelle che non hanno sperimentato particolari problemi: consumare più del necessario non è più un elemento per distinguersi in meglio. Si riducono quindi gli acquisti d’impulso (emblematico il caso di giochi e lotterie); si contraggono le scorte; le spese voluttuarie si concentrano in pochi momenti dell’anno. Lo sottolinea la ricerca "Gli italiani e il risparmio", realizzata da Ipsos per Acri e presentata oggi a Roma in occasione della Giornata del risparmio. Secondo l'indagine questo nuovo paradigma di consumo sembra ora dominare ogni categoria merceologica ed è trasversale rispetto alle classi sociali. Il consumatore è oggi più selettivo, si informa maggiormente, evita gli acquisti avventati.

"I primi anni di crisi hanno visto la pesante riduzione dei risparmi e degli investimenti, ora l’elemento che sicuramente viene più colpito sono i consumi, come evidenziano anche i dati inflattivi spesso al di sotto delle aspettative e i dati sulla contrazione del potere d’acquisto" si legge nel rapporto. Quasi tutti i settori sono colpiti in modo ampio, sia perché continua ad aumentare il numero di coloro che riducono le spese, sia perché pochissimi consumatori sono disposti a incrementare i loro consumi.

I settori dove i tagli dei consumi sono stati maggiori appartengono (come nel passato) soprattutto al fuori-casa: il 65 per cento per cento degli Italiani dichiara di aver ridotto la propria frequenza nei ristoranti, bar e pizzerie negli ultimi 2-3 anni, solo il 4 per cento dichiara di averla incrementata e il 31 di averla costante: il saldo negativo tra chi ha incrementato e chi ha ridotto è di 61 punti percentuali; l’anno scorso era -57.

Viaggi e vacanze sono stati ridotti negli ultimi anni dal 60 per cento degli Italiani, contro il 5 per cento che li ha incrementati (il 35 ha tenuto costanti i consumi di viaggi e vacanze); il saldo negativo è del 55 per cento, in peggioramento rispetto al 53 del 2012. Cinema, teatro e concerti registrano una contrazione presso il 57 per cento degli Italiani, solo il 4 per cento ne ha incrementato la fruizione (il 39 è stabile). A queste tipologie di consumo va affiancata anche quella relativa a vestiario, abbigliamento e accessori, che registra una riduzione presso il 54 per cento degli Italiani, un incremento presso il 7 per cento, mentre il 39 dichiara di non aver modificato il proprio consumo. Ciò genera un saldo negativo del 47 per cento, sempre drammatico ma inferiore a quello del 2012, che era negativo di 51 punti percentuali. L’abbigliamento era stato meno colpito nei primi anni di crisi, ora è uno dei settori nei quali il maggior numero di Italiani ipotizza di fare dei risparmi.

Ci sono poi degli ambiti ove, pur essendo la maggior parte dei consumatori stabili, nel senso che i consumi non sono stati né ridotti né incrementati, il saldo tra coloro che li hanno ridotti rispetto a quelli che li hanno incrementati è fortemente negativo. In particolare registriamo un saldo negativo di 30 punti percentuali nella cura della persona, capelli e bellezza (era -31% nel 2012), di -31 nei giochi e nelle lotterie (era -35% nel 2012), di -26 punti nel settore dei libri, giornali e riviste, di -20 nell’elettronica ed elettrodomestici.

Infine si registrano dei settori che, pur avendo subito un calo rispetto a 2-3 anni fa, evidenziano saldi meno drammatici tra chi ha ridotto i consumi e chi li ha aumentati. I prodotti alimentari e per la casa registrano un -18 per cento, prossimo al -17 per cento del 2012. Le spese per auto, moto e spostamenti hanno un saldo di -16%, uguale al dato 2012. Telefono e telefonia ha un saldo negativo di soli 13 punti percentuali, in crescita rispetto al -9 per cento del 2012.

In un unico ambito gli Italiani non sono tanto disposti a ridurre i consumi: quello dei medicinali. In questo caso – pur dominando la stabilità, con il 62 per cento di Italiani che dichiara di farne un uso uguale al passato – coloro che hanno incrementato il consumo (28%) sono assai più di coloro che l’anno ridotto (10%); il saldo è, dunque, positivo ed è persino superiore a quello del 2012 (+18 punti percentuali nel 2013, +17 nel 2012). Un incremento elevato si registra anche presso le famiglie che hanno sperimento importanti difficoltà nel mantenere il proprio tenore di vita. Pochissimi Italiani (il 2%) sono riusciti a migliorare la propria situazione e pochi possono incrementare il consumo di prodotti, oltre a ciò per qualche categoria merceologica riducono i propri consumi anche coloro che non hanno sperimentato problemi: tutte le famiglie tendono quindi ad essere più attente per quanto riguarda le proprie spese.

Chi ha un tenore di vita in peggioramento ha dovuto tagliare ogni spesa: per ogni categoria di prodotti prevalgono coloro che ne hanno drasticamente ridotto il consumo. Anche coloro che hanno dovuto faticare per mantenere il proprio tenore di vita sono stati costretti ad essere più attenti in ogni tipologia di consumo: questi soggetti sono però quelli che hanno fatto registrare il maggior aumento nel consumo di farmaci. Chi ha mantenuto costante la propria qualità di vita senza difficoltà è ricorso comunque a diffusi ridimensionamenti, in particolare per il fuori casa, l’abbigliamento e i giochi. Al contempo ha incrementato le spese per auto, moto e spostamenti, telefono e telefonia, prodotti alimentari e per la casa, mantenendo costanti le spese per l’elettronica e gli elettrodomestici. Infine persino i pochissimi il cui tenore di vita è migliorato hanno molto ridotto le spese per ristoranti e pizzerie, cinema, teatro e concerti; questi però hanno mantenuto costanti quelle per i viaggi e le vacanze, hanno incrementato le spese per vestiti e accessori, ma ridotto quelle per la cura della persona. Hanno ridotto pesantemente giochi e lotterie e  aumentato quelle per l’auto, per la casa e, soprattutto, per telefonia ed elettronica che – insieme ai viaggi – sembrano rappresentare il vero ‘piccolo lusso’ dell’era attuale.

L'indagine mette inoltre in luce che i cambiamenti nel paradigma dei consumi non sono unicamente generati dalla crisi, ovvero non sono determinati solo dalla necessità di spendere meno. La crisi ha condotto tutti a una maggiore razionalizzazione delle proprie scelte d’acquisto, inclusi coloro che non hanno particolari problemi di spesa. Pare, infatti, aver accelerato quella consapevolezza e quella maturità del consumatore che si stavano facendo strada comunque e che registravamo da un po’. Ora il consumatore è più attento ad evitare lo spreco e a guardare all’eticità del proprio consumo; come evidenziavamo già nel 2011, si ricerca uno stile di vita più sobrio, essenziale, attento alla qualità e a non sprecare. Ed ora è questo tipo di approccio che si presenta come un elemento di distinzione in positivo. (ec)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news