17 settembre 2015 ore: 16:04
Immigrazione

Crisi rifugiati. Unhcr: "Serve un pacchetto di emergenza per la Serbia. Aiuti alla Croazia"

Tra le alte misure urgenti: creare strutture di accoglienza in Grecia e avviare subito il ricollocamento di 40 mila profughi. L’Alto Commissariato Onu esprime inoltre preoccupazione per la situazione in Ungheria: “Attraversare un confine non è reato”
Unhcr. Rifugiati che scappano

ROMA - Creare strutture in Grecia per ricevere, assistere, registrare e proteggere le persone in arrivo. Avviare il processo di ricollocamento di 40 mila rifugiati dalla Grecia e dai centri presenti in Italia ai Paesi dell’Unione partecipanti, come concordato dal Consiglio. E avviare un pacchetto di emergenza dell’Unione Europea per la Serbia per la costruzione di un analogo sistema di assistenza, registrazione e ricollocamento di persone in altri paesi europei. Sono queste le tre azioni che lAlto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) chiede all’Europa di avviare al più presto per rispondere alla crisi dei profughi.

Parallelamente, l’Unhcr insiste sul bisogno di aumentare sostanzialmente le opportunità per i rifugiati siriani ospitati nei paesi confinanti con la Siria di poter accedere a canali legali verso l’Europa, che includono l’aumento delle opportunità di ricollocamento, di ammissioni per motivi umanitari, di ricongiungimento familiare e la concessione di visti per motivi di studio.

Nel contempo, un numero crescente di rifugiati si sta muovendo verso la Croazia. “Abbiamo offerto sostegno immediato alle autorità croate e stiamo mobilitando team supplementari, servizi e attrezzatura di primo soccorso sia in Grecia che in Serbia, in quanto più di 4 mila rifugiati e migranti continuano ad arrivare ogni giorno in Grecia”.

Inoltre, l’Unhcr ribadisce la sua profonda convinzione che solo attraverso una risposta unitaria e comune di tutta l’Europa si possa affrontare l’attuale crisi di rifugiati e migranti. “Misure individuali prese da singoli paesi non serviranno a risolvere il problema, ma solo a peggiorare una situazione già caotica, provocando sofferenze alle persone e tensioni tra gli Stati, in un momento in cui invece l’Europa necessita di maggiore solidarietà e fiducia reciproca”. Per questo l’organizzazione esprime la “sua forte preoccupazione per la serie di misure restrittive introdotte recentemente dall’Ungheria e per il modo in cui vengono attuate. Si tratta di misure che limitano fortemente l’ingresso di rifugiati al confine. La nuova legislazione prevede misure deterrenti, che, se applicate a richiedenti asilo e rifugiati, sono contrarie al diritto internazionale e alla giurisprudenza europea”.

“L’Unchr ribadisce il suo appello alle autorità ungheresi affinché assicurino libero accesso alle persone bisognose di protezione, in linea con i suoi obblighi legali e morali - ha detto l’Alto Commissario per i Rifugiati, António Guterres. “Gli Stati dovrebbero gestire i propri confini in conformità con il diritto internazionale e comunitario, ivi compreso il diritto a chiedere asilo,”. Sarebbero solo pochi i richiedenti asilo a cui è stato permesso di entrare in Ungheria attraversando il confine ufficiale. L’organizzazione si dice “particolarmente scioccata ed amareggiata nel vedere che anche a rifugiati siriani, incluse famiglie e bambini, è stato impedito di entrare nell’Unione Europea con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni” L’Ungheria ha anche iniziato a rimandare indietro i richiedenti asilo in Serbia, nonostante il parere negativo dell’Unhcr. La giustificazione che ai rifugiati possa essere impedito l’ingresso perché possono essere rimandati in Serbia non considera il fatto che la Serbia sta ancora costruendo un sistema d’asilo e che non è in grado di far fronte al flusso consistente di persone che necessitano di protezione. “Per quanto riguarda i rifugiati che sono detenuti per aver attraversato il confine illegalmente e che saranno accusati per questo, l’Unhcr ricorda agli Stati i loro obblighi previsti dalla Convenzione per i Rifugiati delle Nazioni Unite e, in particolare, l’articolo 31 (che riguarda la depenalizzazione per richiedenti asilo e rifugiati rispetto ad ingresso irregolare e permanenza sul territorio).“Attraversare un confine per richiedere asilo non è un crimine” conclude Guterres.

 

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