Crisi, studenti e lavoratori insieme nel "condominio per compagni di sventura"
Il cortile
Il cortile dell'housing "Giulia" |
TORINO - Quarantotto appartamenti distribuiti su tre piani: per metà ospiteranno cittadini in difficoltà economiche, “ma con un alto potenziale personale” e una gran voglia “di riconfigurare se stessi per migliorare la propria condizione”; mentre il resto sarà a disposizione di giovani universitari e dei cosiddetti city users, viaggiatori che si fermeranno in città per brevi soggiorni di svago o lavoro. È così che l’Opera Barolo, ente di beneficenza attivo a Torino dal 1864, intende sperimentare “un nuovo modo di abitare attraverso il sociale”: dopo due anni di gestazione, è appena partito l’housing “Giulia”, progetto di coabitazione destinato non soltanto a offrire un alloggio a quanti attraversano un momento di difficoltà, ma anche e soprattutto a fornir loro dei validi strumenti per uscirne.
Il porticato |
Realizzato grazie a quella che lo stesso presidente Luciano Marocco definisce “una strana cordata” tra un’opera pia (la Barolo), una cooperativa “rossa” (la Di Vittorio) e la regione Piemonte, il progetto si propone il superamento dell’idea stessa di housing sociale “come condominio di compagni di sventura”. “Per gli ospiti in difficoltà - spiega Marocco - il periodo di permanenza massima sarà di 18 mesi, proprio perché, entro quel termine, contiamo di riuscire ad accompagnarli verso l’indipendenza. Possiamo dire, quindi, che i tempi di turnover saranno il vero indicatore del nostro successo”. Secondo il presidente, per ospiti in difficoltà si devono intendere, in questo caso, tutti quegli individui che, per una serie di contingenze, “si sono trovati in condizioni di momentanea fragilità sociale, come padri separati, o lavoratori colpiti da cassa integrazione o licenziamento”. È a loro che sarà dedicato il terzo piano dello stabile di via Cigna, gestito secondo un protocollo siglato con l’assessorato al Welfare, che ha collaborato all’individuazione di una serie di profili di cittadini compatibili con il progetto.
Vista monolocale |
A “rimetterli in pista” ci penseranno una serie di operatori del sociale, che per ogni ospite studieranno un percorso su misura: a gestire l’inserimento lavorativo sarà il Consorzio Mestieri, mentre a curare gli aspetti operativi dell’intera struttura sarà la cooperativa Co-Abitare, che da anni implementa efficaci progetti di housing su tutto il territorio sabaudo. “Ogni singolo caso - spiega Claudio Geninatti, responsabile di Co-Abitare - sarà seguito da professionisti esperti nell’accompagnamento sociale, che studieranno i punti di forza e debolezza di ciascuno per stilare un percorso personalizzato, avvalendosi delle risorse offerte dal pubblico e dal privato, come programmi di supporto psicologico, avviamento al lavoro e riposizionamento professionale”.
Il corridoio |
Gli altri due piani dello stabile, si diceva, saranno dedicati rispettivamente a universitari e viaggiatori in transito breve: entrambe le categorie potranno godere di tariffe calmierate, “ma ancor più importante - continua Geninatti - è l’effetto positivo che il contatto con queste persone, e sopratutto nel caso dei giovani, avrà sui nostri ospiti in difficoltà. È così che, oltre a rendere l’esperienza economicamente sostenibile, contiamo di sperimentare un nuovo modo di fare housing sociale”. Proprio per amplificare quell’effetto, Geninatti e l’Opera Barolo hanno voluto che l’housing “Giulia” fosse un’esperienza “culturale prima ancora che sociale”: “Ad animare la vita del condominio - conclude Geninatti - ci saranno laboratori artistici, concerti, rappresentazioni teatrali. E siamo inoltre fiduciosi che i nostri ospiti più giovani ci aiuteranno ad ampliare il calendario di eventi”.
David Tremlett |
Anche per questo, per individuare uno spazio che fosse “altro rispetto all’estetica del sociale tradizionalmente inteso”, l’Opera Barolo ha voluto invitare il celebre artista inglese David Tremlett, scultore, pittore e fotografo, a realizzare con Ferruccio Dotta e con gli studenti dell’accademia di Torino un immenso wall painting su tutti gli spazi comuni dell’edificio. L’Housing si trova nel distretto sociale dell’Opera Barolo, un intero isolato compreso tra il Cottolengo e via Cigna, interamente dedicato a progetti di assistenza, educazione e cooperazione: nelle intenzioni dell’ente, la struttura dovrà essere il cuore pulsante del distretto. “Si tratta di un edificio storico - conclude Marocco - che in passato veniva usato come rifugio per quelle che nell’800 venivano chiamate le ‘pericolanti’: ex prostitute, donne sfruttate o senza lavoro. Donne che quasi sempre, però, con la loro vitalità, riuscivano a ricostruirsi una nuova esistenza: che è ciò che speriamo accade anche per i nostri nuovi ospiti”. (ams)