11 novembre 2015 ore: 15:53
Salute

Cure palliative, De Biasi: aumentare reti su territorio

"La legge 38 ha cominciato a marciare e a funzionare, anche se in modo diverso nelle diverse Regioni, ma ormai nel nostro Paese e' una realtà concreta. Dobbiamo fare pero' due cose: la prima e' aumentare e favorire la costituzione di reti di...
Cure palliative in neurologia. Paziente e medico

Roma - "La legge 38 ha cominciato a marciare e a funzionare, anche se in modo diverso nelle diverse Regioni, ma ormai nel nostro Paese e' una realta' concreta. Dobbiamo fare pero' due cose: la prima e' aumentare e favorire la costituzione di reti di cure palliative sul territorio e non soltanto in ospedale. La seconda cosa e' di legare questo lavoro anche alla ricerca e all'universita', facendo in modo che il pianeta cure palliative sia fino in fondo un elemento che riguarda la dignita' del vivere e quella del morire. Bisogna insomma aiutare i malati, la loro sofferenza, la loro dignita' e le loro famiglie". Cosi' Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanita' del Senato, intervistata dalla Dire a margine della conferenza 'Contro la sofferenza inutile: le cure palliative come risposta ai nuovi bisogni', che si e' svolta oggi a Roma presso la sala Caduti di Nassirya del Senato.

"I cittadini non devono essere soli di fronte alla malattia- ha proseguito- e bisogna invertire una strada assurda che e' quella della sofferenza. Per molto tempo, infatti, si e' considerata la sofferenza e il dolore come un tratto inevitabile: e' come se ad un certo punto, cioe', si sapeva che si dovesse soffrire. Oggi invece i farmaci, le tecniche e le terapie, non solo farmacologiche, sono in grado di dirci finalmente che esiste anche un dolore inutile e che quel dolore puo' essere evitato".

Ha quindi sottolineato De Biasi: "Quando pensiamo al fine vita, pensiamo sempre agli anziani, e questo e' anche vero perche' l'Italia e' il secondo Paese del mondo piu' longevo. Ma bisogna pensare anche ai bambini che hanno malattie terminali e oncologiche e alla loro sofferenza atroce, dovuta al fatto che vengono strappati alla vita cosi' giovani. E bisogna pensare soprattutto a quanto sia ancora piu' atroce, quando questi bambini lo fanno in una sofferenza indicibile. Allora bisogna combattere questa idea- ha concluso- perche' il dolore puo' anche essere inutile".

(DIRE)

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