23 febbraio 2024 ore: 16:51
Immigrazione

Cutro, un anno dopo. Astalli: “Fermare l’ecatombe di migranti morti in mare”

Il monito del presidente padre Ripamonti: “Sia priorità salvare le persone in mare, come previsto da convenzioni internazionali e diritti umani, troppo spesso calpestati con norme demagogiche contro la solidarietà”
Migranti, barche accatastate e distrutte - SITO NUOVO

“A un anno dal terribile naufragio avvenuto davanti alle coste di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, in cui persero la vita 94 migrantifare memoria e mantenere vivo il ricordo di quel tragico evento e dei tanti altri che ne sono seguiti è atto dovuto”. E’ quanto si legge in una nota del Centro astalli che prosegue: “L’imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti, partita dalla Turchia con a bordo circa 200 persone, si è spezzata in due a pochi metri dalla riva del litorale crotonese: 80 i sopravvissuti e un numero imprecisato di dispersi.
 
Neanche più un morto nel Mediterraneo si disse a seguito di un’altra tra le più grandi tragedie consumatasi davanti alle coste italiane, a Lampedusa, il 3 ottobre 2013.
 
Da allora oltre 28mila persone sono morte in mare nel tentativo di raggiungere l'Europa per chiedere asilo e protezione. Più di 2.500 le vittime nel Mediterraneo nel 2023. Un numero impressionante di bambini, donne e uomini, relegati troppo spesso all'oblio della nostra indifferenza.
 
“In occasione dell’anniversario del naufragio di Cutro - dichiara p. Camillo Ripamonti, Presidente Centro Astalli – piuttosto che preoccuparci di quanti sono i migranti arrivati e se c’è stata una flessione nelle percentuali, dovremmo interrogarci se coloro che sono arrivati hanno avuto e hanno possibilità di una vita degna, se ha senso attuare politiche dissuasive o se invece avrebbe più senso impiegare risorse perché chi arriva sia protagonista attivo del proprio futuro e della nuova comunità di vita”.
 
"Torniamo a chiedere di fermare l'ecatombe di migranti in mare.  
Sia priorità mettere in atto vie legali per garantire accesso alla protezione e sconfiggere così il traffico di esseri umani. Sia priorità salvare le persone in mare, come previsto da convenzioni internazionali e diritti umani, troppo spesso calpestati con norme demagogiche contro la solidarietà. Siano priorità politiche strutturali e di lungo periodo che permettano di preparare i territori ad un'accoglienza diffusa di richiedenti asilo e rifugiati. Sia priorità, contro ogni semplificazione, affrontare il tema della migrazione nelle sue diverse componenti con responsabilità e lucidità, non strumentalizzandolo o banalizzandolo, eliminando i discorsi di odio, razzismo e xenofobia".

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