13 maggio 2016 ore: 18:28
Disabilità

Da Mattarella a Giannini: interpreti Lis fondamentali

Roma - Finalmente la politica, fino ai piu' alti livelli, sembra avere preso in carico il problema della comunicazione dei sordi italiani, sollecitando il riconoscimento per legge della Lingua dei segni italiana e una definizione normativa e profess...

Roma - Finalmente la politica, fino ai piu' alti livelli, sembra avere preso in carico il problema della comunicazione dei sordi italiani, sollecitando il riconoscimento per legge della Lingua dei segni italiana e una definizione normativa e professionale della figura dell'interprete di Lis. E' questo il risultato, per ora virtuale ma le premesse per azioni concrete sembrano esserci tutte, che ha portato a casa il convegno organizzato da Anios (Associazione di interpreti di lingua dei segni italiana) mercoledi' scorso alla Camera, all'aula dei gruppi parlamentari. Un appuntamento dal titolo 'Il dovere di ascoltare: riconoscere il ruolo dell'interprete Lis' che ha riempito di politici, giornalisti, operatori del settore, professori universitari, ricercatori, studenti l'aula di via di Campo Marzio.

Un successo per gli organizzatori non solo per le presenze, viene sottolineato da Anios, ma anche perche' le piu' alte cariche dello Stato hanno ritenuto (evidentemente sensibili ai temi trattati) di inviare un messaggio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e la responsabile Welfare del Pd, l'on. Micaela Campana, hanno usato parole nei loro saluti per nulla formali, di circostanza ma espressioni puntuali, chiare sulla necessita' di comprendere come sia arrivato il momento di compiere un salto in avanti (atteso da decenni) sul riconoscimento della Lis e dare finalmente dignita' di legge, con la creazione di un apposito albo professionale e la definizione di rigidi criteri per l'accesso alla professione, al ruolo dell'interprete per sordi.

Non lascia dubbi all'interpretazione l'intervento di Mattarella, secondo il quale le istituzioni nei confronti dei sordi hanno "un preciso dovere", quello "di favorire la traduzione in lingua dei segni delle espressioni nate in lingua vocale nei diversi ambiti (la comunicazione istituzionale, la televisione e gli strumenti audiovisivi, il mondo dell'istruzione)". Mattarella ha sottolineato che "potersi avvalere di tutte le intelligenze del Paese passa attraverso la concreta possibilita' per ciascuno di poter accedere al sistema educativo superando le difficolta', e di mettere in collegamento fra loro le persone. Lo impone- ha rilevato- anche l'attuazione del principio costituzionale di eguaglianza che comporta, per le persone sorde, la possibilita' di avvalersi di interpreti della lingua dei segni. La lingua dei segni e' infatti strumento essenziale per promuovere la comunicazione tra persone sorde e persone udenti e consentire alle prime un contributo pieno alla vita sociale". Per Mattarella "riflettere sul ruolo dell'interprete della lingua dei segni, sulle abilita' richieste a questa figura professionale, che combinano un'elevata professionalita' tecnica euna spiccata sensibilita' sociale, e' tema rilevante. Conforta che questa riflessione sia promossa in ambito istituzionale e, in particolare, presso la Camera di Deputati".

Grasso, dal canto suo ha sostenuto come sia "giunta l'ora di operare un cambiamento nell'approccio culturale" verso il mondo sordo, con il riconoscimento per legge della Lis, la lingua dei segni italiana, e la consapevolezza della necessita' di avere una figura, come quella dell'interprete, collocata in un ambito legislativo e professionale ben definito. Grasso ha sottolineato come l'Anios sia "oramai una realta' consolidata che svolge da quasi 30 anni un lavoro prezioso e professionale. Proprio in questi giorni la commissione Affari costituzionali del Senato sta esaminando il Disegno di legge n.1151 che pone l'ambizioso e non piu' procrastinabile obiettivo di individuare gli strumenti necessari per poter rimuovere le barriere che si frappongono tra chi e affetto da disabilita' uditiva e gli ambienti della scuola, del lavoro e piu' in generale della vita sociale". Il presidente del Senato ha sottolineato che "un Paese civile non puo' sopportare che ad alcuni sia negata la legittima ambizione di essere completamente parte della sua comunita' in ragione di una forma di disabilita'".

Per Boldrini il linguaggio "costituisce da sempre il principale strumento di comunicazione, attraverso il quale entriamo in relazione con gli altri e, dunque, interagiamo ed agiamo all'interno della societa'". Un importante contributo in questa direzione "potrebbe essere assicurato anche dalla proposta di legge, attualmente all'esame del Senato, che riconosce ufficialmente la lingua italiana dei segni e la figura dell'interprete Lis". La lingua dei segni, ha detto Boldrini, "rimuovendo le barriere della comunicazione, favorisce l'inclusione sociale delle persone con disabilita' uditiva, la loro piena integrazione scolastica e lavorativa nonche' la partecipazione alla vita civile, economica e sociale del Paese. E' questa pertanto la via per dare effettiva attuazione al dettato dell'art. 3 della Costituzione e alla Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilita'".

Il ministro Giannini ha sostenuto che "nessuno puo' rimanere escluso in un mondo costantemente chiamato a comunicare. Gli interpreti di lingua dei segni italiana ci aiutano ogni giorno con professionalita' a garantire questo diritto alla relazione con gli altri. A ognuno di loro oggi porto non solo il mio saluto, ma anche il mio incoraggiamento e il mio ringraziamento". Giannini ha sostenuto che "abbiamo bisogno di questi "mediatori linguistici" anche per promuovere una inclusione piena, favorendo lo studio e la diffusione della lingua LIS come se fosse la lingua di un altro Paese che vive insieme a noi.

Campana infine ha sottolineato che "se oggi l'Italia e' tornata ad essere un protagonista nei diritti sociali e civili e' proprio perche' questo governo ha iniziato a rimettere al centro della politica del paese la societa', le sue istanze e le sue aspirazioni. Perche' il compito di chi governa e' quello di rispondere alle criticita', di prevenire quelle che verranno, e di rendere realmente uguali tutti i cittadini". (DIRE)

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