22 maggio 2021 ore: 10:00
Famiglia

Catania, dal microcredito l'aiuto a una famiglia di artigiani (ma molti restano fuori)

Nel 2021 a Catania  è stato attivato l'intervento per una sola famiglia: tra il 2011 e 2020 avviate 179 pratiche per un importo di 803 mila e 700 euro. Pappalardo (Caritas): "Purtroppo solo un ascolto su dieci ha raggiunto l’accesso al credito". Il peso dell'usura
Monete, soldi, economia, povertà, pil

CATANIA - Una famiglia di artigiani, con 3 figli a carico, è riuscita a ottenere un piccolo prestito tramite il microcredito della Caritas diocesana di Catania. La coppia, lui tunisino musulmano artigiano di collane e bracciali e lei catanese cattolica, sono sposati da 35 anni; con la somma potranno fronteggiare alcuni debiti  pendenti sull’abitazione in modo da potersi così  concentrare sulla ripresa, per i prossimi mesi, dell'attività del negozio di bigiotteria che hanno nel centro storico della città. "Siamo riusciti a resistere per un anno quasi senza lavorare – hanno raccontato alla Caritas –. La fede e l’amore ci hanno consentito di non perderci d’animo. Siamo andati all’Help Center della stazione centrale solo per parlare; siamo stati ascoltati, tante volte e abbiamo ricevuto preziosi consigli".

A curare il servizio del microcredito è Salvo Pappalardo, ex bancario da diversi anni responsabile delle attività dell’organismo diocesano. "Il microcredito, soprattutto in questa fase storica – ha detto Pappalardo – è un modo per dire alle famiglie che noi ci siamo, che la Chiesa c’è, che comprendiamo le difficoltà del momento e che non le lasceremo mai da sole. Dopo diversi anni di attività come ambulanti da due anni la coppia ha aperto un piccolo negozio. Lavoravano molto con i turisti ma con la pandemia sono rimasti parecchio tempo fermi senza lavorare con tutte le conseguenze sul piano della gestione della vita familiare. Dopo la preparazione della pratica del servizio microcredito diocesano, il passo successivo è stato il coinvolgimento dell’istituto bancario che gestisce l’accesso al fondo e quindi l’ottenimento, nel giro di qualche mese, del piccolo prestito. Servono molti elementi perché una pratica possa andare a buon fine si comincia dalla volontà della persona di affidarsi e di fidarsi di noi; poi sono fondamentali anche quei documenti che certifichino un reddito basso e una non eccessiva esposizione e l’apporto dei bancari che curano e seguono la pratica fino all’arrivo in commissione per la sua discussione ed eventuale approvazione".

Nel periodo compreso tra il 2011 e 2020 sono state avviate 179 pratiche per un importo complessivo di 803 mila e 700 euro. Nello specifico, si è trattato di 166 microcrediti sociali e 13 microcrediti di imprese. Per questa famiglia che ce l’ha fatta, ce ne sono però tante altre che sono rimaste fuori dal circuito del microcredito. Nel corso degli ultimi undici anni, il microcredito della Caritas di Catania ha permesso, tramite gli istituti di credito convenzionati, l’erogazione di oltre 800 mila euro fino alla pesante battuta d’arresto degli ultimi due anni che conferma una tendenza di lungo periodo già in atto anche prima della pandemia.

caritas catania microcredito grafico

"Il mondo bancario sta ulteriormente restringendo le norme che definiscono il 'default' – si legge nella relazione del servizio microcredito disponibile sul sito caritascatania.it –, basta non pagare una rata di un prestito, andare a debito su un conto corrente non autorizzato che si passa nel rango dei 'cattivi clienti'".

"Nel 2020 e nel 2021, a causa dell’aggravarsi della crisi economica e del conseguente e diffuso indebitamento per molte famiglie, soltanto un ascolto su dieci riesce a concludersi con l’erogazione. – ha aggiunto Salvo Pappalardo –. Dobbiamo avere la consapevolezza della difficoltà di agire e della complessità dei problemi che queste persone ci pongono; l’altra strada è quella di abbandonarli e quindi lasciarli in mano all’usura e alla malavita. Molte famiglie si sono avvicinate a noi quando già la loro situazione debitoria era molto complessa (debiti con finanziarie, assegni a vuoto, fallimenti e protesti) e segnalata agli organi competenti in modo da non potere accedere a questo tipo di credito. L'appello che rivolgo allora a tutte le famiglie, che soffrono problemi economici, è quello di arrivare presto da noi per essere ascoltate e per capire quali risposte si possono dare. La Caritas deve essere per loro una famiglia che li accoglie; il dialogo potrebbe portare anche a soluzioni costruttive, occorre arrivare da noi senza paure e prima ancora che la loro situazione si aggravi e il microcredito purtroppo non può essere più erogato. Un altro aspetto grave è quello legato a coloro che, fortemente indebitati, si rivolgono agli usurai. Purtroppo, se in questo caso da parte loro non avviene una denuncia di quanto subito, la Caritas non può aiutarli. Noi siamo pronti a continuare in vario modo a fare la nostra parte ma nello stesso tempo, considerata la nuova povertà di molte famiglie, occorrerebbe che il governo nazionale impronti più misure di concreta integrazione sociale e non solo esclusivamente di tipo assistenziale". 

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