Boom di iscrizioni: mille persone, oltre 250 gli iscritti dell’ultim’ora. Un successo di partecipazione e la ricerca di una nuova riconoscibilità
BOLOGNA - Mille persone alla quarta Conferenza nazionale sulla disabilità di Bologna. Oltre 250 iscritti dell’ultim’ora che si sono andati ad aggiungere ai 750 che già avevano compilato le schede dell’organizzazione. Un successo, se si pensa alla partecipazione. Ma anche tanta rabbia. Appena fuori dalla sala principale del Palazzo dei congressi di Bologna, una decina di associazioni pubblicizzano la loro esperienza: ci sono la casa dei risvegli “Luca De Nigris”, la federazione Uniamo sulle malattie rare, i dépliant della nuova casa vacanze “Il Villino” della cooperativa sociale Nazareno Work di Modena, che reinserisce nel mondo del lavoro persone che hanno superato problemi psichiatrici o di tossicodipendenza. Un mondo che si incontra a Bologna e che cerca una nuova riconoscibilità.
Tanti gli stand informativi, le mostre, spazio anche magazine Superabile, dove nello stand vengono distribuiti i numeri rivista che parla di disabilità. All’Asphi e a tante altre associazioni bolognesi. C’è anche il Comune di Bologna con uno spazio dove raccontare tutte le attività promosse dall’amministrazione, e dare informazione sulle attività collaterali alla conferenza, come la visita guidata che questa mattina ha organizzato la cooperativa Casa Santa Chiara al centro diurno “Chicco Balboni”; oppure alla struttura di Villanova di Castenaso; l’appuntamento a Corte Roncati, l’area ausili dell’Ausl di Bologna in via Sant’Isaia, anch’esso aperto alle visite guidate dalle 15 del pomeriggio, dove si possono trovare tutte le nuove tecnologie applicate ai bisogni dei disabili. In tanti poi hanno chiesto informazioni per la proiezione sottotitolata del film “Il prima notte di quiete” che ci sarà in piazza Maggiore.
All’ingresso del Palazzo, fin dalla mattina si sono creati però piccoli gruppi di persone disabili desiderose di far sentire la propria voce, nella speranza di incontrare qualche autorità disposta ad ascoltarli. Come la storia che racconta il presidente di Anida, Giuseppe Sannino, che parla di “disperazione” in riferimento alla battaglia che da anni lo vedo contrapposto alla burocrazia dell’Inps. Non molto distante l’associazione culturale Lis learning spiega on-line di che cosa si discute in Fiera: l’operatrice risponde alle domande degli interessati su skype usando il linguaggio dei segni. Proprio in tema di Lis (lingua dei segni), Paolo De Luca, presidente dell’associazione portatori impianto cocleare (Apic), è riuscito ad intercettare il vice ministro Guerra in un breve momento di pausa. “E’ fondamentale che la legge preveda l’esistenza di uno strumento come la Lis - ha spiegato al vice ministro - ma riconoscerla ufficialmente come lingua vorrebbe dire discriminare tutti quelli che la parlano, stabilire formalmente che questi parlano una lingua diversa dall’italiano comune, ovvero dalla lingua che parlano tutti gli altri cittadini”. Vecchie questioni, nuovi problemi.
Poi c’è chi abbina la tutela dei diritti allo sviluppo economico del Paese. Ne parla Roberto Vitali, presidente di “Village 4 All”, marchio ormai internazionale dell’ospitalità accessibile, che sottolinea quanto sia importante che il governo crei degli investimenti ad hoc nel settore: “Stiamo parlando di economia, e non solo di diritti. Stanziare dei finanziamenti per eliminare le barriere architettoniche dalle nostre città, vuol dire creare posti di lavoro e aprire il nostro Paese ad una nuova forma di turismo”. (giovanni baiano)