21 settembre 2017 ore: 14:04
Welfare

Dalla solitudine degli anziani ai giovani Neet, il welfare comunitario di Fondazione Cariplo

"Ma come gira questo welfare": la Fondazione presenta i risultati di tre anni di welfare comunitario. Avviati 27 progetti che hanno finora coinvolto 1.250 organizzazioni e oltre 100 mila persone. Obiettivo comune dei progetti: stimolare le realtà locali e i cittadini a lavorare insieme per trovare e gestire le soluzioni ai problemi
Giovane disperato, povertà, depressione, neet

MILANO - Le soluzioni le si trova lavorando insieme, mettendo ciascuno passione e talento. Dalla solitudine degli anziani allo spopolamento dei paesi di montagna, dalla difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia all'isolamento dei giovani Neet: grazie ai bandi "Welfare di Comunità e Innovazione Sociale” della Fondazione Cariplo in tre anni sono stati avviati 27 progetti, che hanno coinvolto 1.250 organizzazioni e oltre 100mila persone.
Progetti che affrontano i problemi più disparati, ma che hanno in comune quello di riuscire ad attivare le comunità a riconoscere le proprie necessità, rifondare i legami di fiducia, fare rete e costruire percorsi condivisi che valorizzano le ricchezze già presenti all’interno del tessuto sociale. I problemi, in altri termini, non si risolvono più con interventi calati dall'alto, ma coinvolgendo le persone nella ricerca delle soluzioni e nella loro attuazione. 

"La povertà, i problemi legati ai temi del welfare, si sconfiggono con l’analisi del problema e la convergenza di tutti - sottolinea Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo -: cittadini, aziende, mondo dello sport possono e devono dare una mano. Non possiamo lasciare che migliaia di bambini non abbiano cibo a sufficienza o che le famiglie non trovino risposte di fronte alla cura degli anziani, all'assistenza dei disabili, all'educazione e alla formazione dei ragazzi". Nei primi tre anni dei Bandi per il welfare di comunità, la Fondazione ha stanziato 30,4 milioni di euro, che hanno generato un valore (in termini di servizi resi grazie ai progetti) pari a circa 67 milioni di euro. Venerdì 22 settembre, dalle ore 9,30 alle 17, al Teatro Elfo Puccini in Corso Buenos Aires a Milano, la Fondazione Cariplo presenta i primi risultati concreti dei progetti nati dalla sperimentazione sui territori. Eccone tre esempi.

Il progetto Comunità Possibile coinvolge 13 Comuni dell’ambito di Magenta ed è rivolto ai genitori con figli di età compresa tra gli 0 e i 12 anni. L’obiettivo è sostenerli nel loro ruolo educativo e di cura, a partire dalla responsabilizzazione e dal coinvolgimento delle famiglie stesse nella costruzione di un nuovo welfare territoriale. “Non ci proponiamo di offrire dei servizi, ci interessa realizzare delle azioni in cui le famiglie siano protagoniste, in cui abbiano l’occasione di conoscere altre famiglie, di essere meno sole e possano stabilire delle relazioni che siano di aiuto per le necessità della vita quotidiana -spiega Elena Molinari, educatrice nel Progetto via Libera, uno spazio di confronto dedicati ai genitori di bambini fino al primo anno di età-. Sono nate diverse esperienze che hanno dato risposte a bisogni comuni, come la merenda assieme dopo l'uscita dei bambini dalla scuola dell'infanzia, la colazione aspettando le maestre”.

A Sondrio il bando Cariplo ha permesso di arricchire l'offerta del market solidale, in cui famiglie in difficoltà possono fare la spesa gratuitamente. Oltre ai generi di prima necessità, però, ora queste famiglie trovano anche lo "Scaffale relazionale", ossia la possibilità di iscrivere i figli ad attività sportive o culturali (corsi di musica, teatro ecc) gratuitamente o con forti sconti. Quando in una famiglia ci sono infatti problemi di bilancio, spesso vengono tagliate anche queste attività per i figli. In questo modo, invece, possono continuare le loro attività preferite.

Si occupa invece di anziani il progetto "La cura è di casa" sviluppato nel territorio del Verbano Cusio Ossola (Vco) e in alcuni comuni del novarese.  L’obiettivo è di favorire la loro permanenza nella propria casa. “La cura è di casa” intercetta gli over 65 che non sono in carico dei servizi sociali, ma che a causa di un evento anche minimo (come una semplice caduta dalle scale) potrebbero precipitare in una situazione di fragilità che avrebbe come conseguenza la casa di riposo o pesanti carichi di cura per la famiglia. Grazie alla creazione di una estesa rete che comprende diversi soggetti come la Provincia di Verbano Cusio Ossola, le organizzazioni di volontariato e la Fondazione del Vco, centinaia di persone anziane (l’obiettivo è 700 entro il 2018) sono state raggiunte con una proposta di servizi di socializzazione, accompagnamento e attività motorie, assistenza fisioterapica e infermieristica, supporto psicologico e aiuto nella vita domestica. Gli operatori (assistenti sociali, operatori sociosanitari, psicologi) si alternano ai volontari per fare la spesa, aiutarli a fare il bagno, gestire i momenti più complicati della quotidianità, ma anche per fare due chiacchiere che spesso è quello che manca a chi vive solo.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news