Dalle badanti ai fondi anti crisi, 2.500 accordi Cisl per la "concertazione sociale"
Foto di Roberta Valerio
ROMA – Dalle regolarizzazione delle badanti ai fondi anticrisi: sono più di 2.500 in tre anni gli accordi sul territorio portati avanti dalla Cisl attraverso la concertazione sociale del sindacato, che mira a tutelare non solo lavoratori e pensionati, ma sempre di più le famiglie, i giovani e i non autosufficienti. Lo dicono i dati dell’Osservatorio sociale Cisl che ha fatto un bilancio degli accordi a sfondo sociale portati avanti con gli enti territoriali. Stando ai dati i primi beneficiari sono proprio le famiglie (47,7 per cento) seguite dai non autosufficienti (33,8 per cento), anziani, disabili e bambini. “Tutti quelle categorie sociali colpite sempre di più dalla crisi – spiega Alessandro Geria, responsabile nazionale delle politiche socio-assistenziali e del terzo settore Cisl – e dai tagli al Welfare che sempre di più cerchiamo di tutelare. Andando oltre la funzione storica del sindacato, e cioè della tutela solo dei lavoratori inseriti nei sistemi produttivi, abbiamo deciso di occuparci di tutti i cittadini nel complesso e delle fasce deboli che più risentono di questo momento di difficoltà”.
Le politiche per la famiglia al primo posto, ma si aiutano anche disabili e anziani. La media nel triennio che va dal 2011 al 2013 è di 800 accordi stretti ogni anno (852 nel primo anno, 884 nel secondo e 767 nell’ultimo anno preso in considerazione): circa la metà (47,7 per cento) hanno come obiettivo quello di far fronte ai problemi delle famiglie, il 33 per cento è dedicato agli anziani non autosufficienti ma ci sono anche progetti dedicati ai disabili e ai disoccupati. In totale le persone tutelate, direttamente o indirettamente dalla Cisl, anche attraverso gli accordi di concertazione sociale, sono 39 milioni nel 2013 (sette milioni in più rispetto al 2011). A livello territoriale, invece, gli accordi della Cisl hanno riguardato nel 2013 5.295 comuni (in alcuni casi si tratta di accordi di distretto che coinvolgono, cioè, più comuni nella stessa regione). A farla da padrone, però, sono soprattutto cinque regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Campania, che da sole sono riuscite a mettere in cantiere quasi il 90 per cento degli accordi. La Lombardia, ad esempio, da sola supera quota mille solo nell’ultimo anno. Per quanto riguarda i partner della concertazione sociale, la maggior parte degli accordi sono stati stipulati dal sindacato con la pubblica amministrazione (oltre il 90 per cento). Ma salgono anche i patti con le associazioni degli imprenditori, in particolare per quanto riguarda la tutela dei lavoratori.
Dal progetto per la regolarizzazione delle badanti ai fondi anticrisi. Tanti e diversi sono i progetti portati avanti nei territori grazie alla concertazione sociale. E non mancano le buone prassi. Come il progetto Badando, che ha visto protagonisti i comuni del distretto di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Qui nel 2011 Cgil, Cisl e Uil locali, hanno lanciato un’iniziativa per la regolarizzazione delle assistenti familiari e il contrasto del lavoro nero. L’obiettivo è duplice: quello di tutelare i lavoratori, la maggior parte dei quali immigrati, ma anche le famiglie con un’assistenza regolare e qualificata. Per questo è stata creata un’unica lista distrettuale di persone gestita dal servizio di mediazione culturale di Casalecchio e dalla commissione Pari opportunità del Comune. Sono stati previsti anche corsi di formazione per le badanti e la corresponsione di un sostegno economico alle famiglie per gli adempimenti amministrativi per la regolarizzazione.
Tra gli altri progetti di carattere sociale anche i fondi anticrisi nati da accordi sottoscritti in alcuni comuni come Ancona, Casalecchio, Viadana(Mantova) e Siziano (Pavia). In ogni territorio il modus operandi degli enti coinvolti è diverso: “in alcuni casi le risorse per costituire il fondo sono arrivate dai privati, in altre dal pubblico – spiega Geria -. Le geometrie di questi fondi variano da territorio a territorio ma in tutte l’obiettivo prioritario è quello di fornire una risposta concreta alle famiglie in difficoltà. Un ambito, quello del contrasto alla povertà assoluta, in cui la Cisl è da tempo molto attivo”. Ad Ancona, per esempio, è stato costituito un fondo comunale anticrisi di 21mila euro, di concerto anche con Cgil e Uil. I beneficiari sono i nuclei con disoccupati, persone in mobilità o in cassa integrazione con un Isee al di sotto dei ventimila euro. Tra gli altri ambiti in cui gli accordi hanno inciso, quello dei servizi all’infanzia, della conciliazione lavoro-casa e del contrasto alle ludopatie. (ec)