Dalle Caritas africane invito all'accoglienza. "Fuga non solo verso Europa"
TUNISI - " Bisogna saper condividere a livello mondiale le ricchezze, anzitutto quelle umane". Con queste parole monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti, intervenendo oggi a Tunisi, al convegno internazionale Migramed, ha rivolto un invito ai paesi sviluppati per "una giusta politica di accoglienza, fondata su un maggior coordinamento tra gli attori".
Tre vie di emigrazione dal Corno d'Africa. "La Somalia in questo momento è un paese a pezzi, ci sono oltre un milione di sfollati. A Gibuti abbiamo 23 mila rifugiati e richiedenti asilo e 12 mila rifugiati dallo Yemen - sottolinea Bertin -. In media negli ultimi due anni quattromila persone al mese fuggono dall'Eritrea: fuori dal paese ci sono 321 mila rifugiati e richiedenti asilo. Ma bisogna chiedersi perché queste persone fuggono: i motivi della migrazione eritrea sono da ricercare nell'oppressione dittatoriale: i giovani sono costretti a un servizio militare di 18 mesi che si può allungare anche a tutta la vita. La mancanza di libertà civili più elementari provoca questo esodo - spiega -. Stesso vale per la Somalia dove non c'è più un'autorità centrale. E dopo il crollo dello Stato si è tornati a una forma tribalismo e la gerra civile ha portato insicurezza". Bertin ha spiegato che sono tre le grandi vie di emigrazione dal Corno africa: la prima verso il Sud Africa, la seconda attraverso il golfo di Aden e la terza quella verso il Nord Africa attraverso la Libia.
"La fuga non è solo verso l'Europa", spiega Bertin. A ribadirlo è anche Paul Karam, presidente della Caritas Libano: "In Libano abbiamo un rifugiato ogni tre abitanti - sottolinea - ci sono inoltre 60 mila bambini non registrati né in Siria né in Libano, e non sappiamo cosa sarà del loro futuro". Soufia Naffa di Caritas Giordania ha poi ricordato la situazione dei campi profughi nel paese: "Dal novembre 2014 il Pam (Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, ndr) non fornisce più aiuti, nel 2015 non abbiamo più la copertura sociale da parte del governo giorano, come Caritas abbiamo cercato di mettere a disposizione diversi servizi, ma servono due milioni di dollari perché tutti i servizi siano accessibili". (ec)