19 febbraio 2016 ore: 15:01
Immigrazione

Decreto flussi, il timore delle ong: "Alimenterà l’esodo di personale sanitario dall'Africa"

In una nota, la piattaforma Concord Italia esprime preoccupazione per il fatto che il decreto consente di fatto l’impiego “di medici e infermieri provenienti da paesi che hanno già gravi carenze di personale all’interno dei propri sistemi sanitari”
Migranti. Decreto flussi

ROMA - Concord Italia (piattaforma italiana di collegamento a Concord, la Confederazione europea che rappresenta 1600 Ong e associazioni della società civile – tra cui Amref e Focsiv - che si occupano di cooperazione internazionale e aiuto umanitario, principale interlocutore della Commissione Europea in tema di sviluppo) accoglie con favore il decreto flussi 2016, che entra nella fase attuativa in questi giorni, ma mette in guardia da un rischio che emerge tra le pieghe del provvedimento. La confederazione, infatti, esprime preoccupazione rispetto ad un suo aspetto specifico, e cioè il rischio che questo strumento possa potenzialmente alimentare l’esodo di personale sanitario da paesi extraeuropei che hanno già gravi carenze di queste professionalità, minando il diritto alla salute dei cittadini di tali paesi.

Afferma Concord Italia: “Il Decreto Flussi 2016 – che continua ad esprimere purtroppo unasostanziale chiusura degli ingressi per lavoro non stagionale in Italia - consente invece l’ingresso per motivi di lavoro autonomo di 2400 cittadini non comunitari residenti all’estero, tra cui anche ‘liberi professionisti che intendono esercitare professioni regolamentate o vigilate’. In assenza di specifiche, questo paragrafo apre potenzialmente le porte all’impiego - soprattutto nella sanità privata italiana - di medici e infermieri provenienti da paesi che hanno già gravi carenze di personale all’interno dei propri sistemi sanitari”.

Concord Italia sostiene il diritto alla libera circolazione delle persone, e dunque anche il diritto del personale sanitario di qualsiasi paese a cercare migliori condizioni di vita e di lavoro all’estero. Ritiene tuttavia che “il fabbisogno crescente di personale sanitario in Italia e in Europa vada soddisfatto in primo luogo con investimenti (e non, invece, tagli) sulla formazione e l’assunzione di personale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Utilizzare invece personale formato a caro prezzo da altri sistemi sanitari già in crisi è una scorciatoia che danneggia i sistemi sanitari di origine di questi lavoratori e non garantisce competenze stabili al nostro sistema sanitario”.

E continua: “L’Italia ha riconosciuto la specificità delle migrazioni qualificate nel settore sanitario – rispetto ad altri settori che richiedono alti livelli di qualifiche come quello informatico o finanziario – in quanto esse hanno un impatto sull’accesso dei cittadini dei paesi di origine ai servizi sanitari di base. Lo ha fatto aderendo al Codice di condotta sul reclutamento internazionale di personale sanitario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). E’ tenuta a farlo anche quando applica la Direttiva Europea “Carta Blu” che, pur promuovendo l’ingresso in Europa di lavoratori altamente qualificati,  riserva clausole di reclutamento etico per i lavoratori nel settore sanitario”.

Concord Italia ritiene che “il reclutamento internazionale di operatori sanitari debba evitare sempre di creare fenomeni di ‘brain drain’, e che questo principio vada applicato anche nei Decreti flussi. In particolare – conclude -, vanno incluse clausole di reclutamento etico che tutelino i paesi con sistemi sanitari già in crisi; e vanno previste condizioni favorevoli di rientro di questi professionisti nei propri sistemi sanitari di origine - tra cui la trasferibilità dei diritti sociali e pensionistici acquisiti in Italia – dopo un periodo di lavoro in Italia, per permettere loro di ri-trasferire nei sistemi sanitari di origine le competenze acquisite all’estero”.

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