Decreto sicurezza, il sindaco di Bologna: "Lavorare sull'integrazione”
BOLOGNA - “Il decreto sicurezza creerà guai che scopriremo dopo le europee”. Parlando a un convegno sulle case popolari, il sindaco Virginio Merola ha attaccato il provvedimento legislativo che limita l'accoglienza delle persone richiedenti asilo e rifugiate. “Viene abolito il finanziamento al sistema di accoglienza diffuso nei comuni, che finora ci ha permesso di distribuire quote di rifugiati minime su ogni comune, così accadrà che si concentreranno gli immigrati in grandi centri e, siccome non possono tenerli prigionieri, usciranno per le strade della nostra città, senza assistenza sociale e sanitaria”, prevede il primo cittadino, che ha definito la novità voluta dal ministro dell'Interno Matteo Salvini “il decreto di chi vuole risolvere i problemi incitando all'odio per lo straniero”.
“Hanno promesso di rimpatriare 600 mila persone, cosa impossibile, non lo stanno facendo perché ci vogliono i soldi e accordi con gli altri Paesi”, ha aggiunto Merola. Il sindaco difende la presenza delle persone migranti sotto le Due Torri: “Lavorano qui, pagano i contributi e sostengono la nostra economia, i loro figli sono diventati cittadini italiani, molti di loro hanno la cittadinanza italiana, e noi abbiamo un problema di lavorare sull'integrazione, non di chiederci se accogliere”. Parlando come amministratore di una città che risentirà dell'invecchiamento della popolazione, Merola ha sottolineato che “Bologna fra 15 anni avrà più di 100 mila persone sopra i 65 anni, quindi – ha esplicitato - il punto non è se accogliere, ma come accogliere”.
“Abbiamo una legge sull'immigrazione che tutto fa tranne occuparsi dell'immigrazione legale e delle quote di stranieri da accogliere, tutto viene messo in modo strumentale in vista della campagna elettorale per le europee [le elezioni saranno a maggio 2019, ndr] indicando un nemico che non c'è. Noi abbiamo generazioni di giovani che o sono nati qui o sono diventati italiani insieme ai nostri giovani, quello è il nostro futuro, quindi basta con la demagogia. Il punto non è dividere i poveri tra i nati qui e i non nati qui, il punto è aiutare le persone, questo è un paese civile europeo, il resto è una prospettiva di declino”.
Parlando coi giornalisti a margine del convegno “Bologna, la domanda di casa”, Merola li ha invitati a mettersi nei panni del sindaco stesso: “In una città con 80 mila studenti e queste prospettive demografiche dovrei mettermi a vedere chi è nato qui e chi no? Ma in nome di che cosa? Di una roba completamente fuori dalla Costituzione italiana, dai diritti umani, e che poi non ha nessun senso per la sopravvivenza e la vitalità della nostra città?”
“Non si può dire unicamente che l'immigrazione è un problema di sicurezza, perché così si dice che l'immigrato in quanto tale è un problema di sicurezza. Non è vero, qui vivono da anni persone che sono venute da altri Paesi, rispettano le leggi, e hanno dato un contributo fondamentale alla vita della nostra città – ha ribadito il sindaco -. Se il prefetto ci dovrà dire che qui, in base alle nuove leggi, dovrà venire un grande centro di accoglienza, è bene che io spieghi ai cittadini che cosa potrà succedere. Con 19 euro a persona per dare vitto e alloggio ai profughi, voglio capire a quale tipo di associazioni si farà riferimento per garantire che gli appalti possano avere uno sbocco. Uno può vantarsi di fare il ministro feroce contro i deboli, ma bisogna anche che spieghi agli italiani come farà a garantire una effettiva sicurezza senza sicurezza sociale”. (Benedetta Aledda)