Decreto sicurezza, Rete Città in Comune: "Moltiplicare i casi Palermo e Napoli"
ROMA - Un “ordine del giorno-tipo” per affrontare la questione dell’iscrizione anagrafica dei migranti nei comuni. A lanciare l’idea è la Rete delle Città in Comune che ai Comuni aderenti invierà a breve un documento contenente un odg-tipo per “moltiplicare i casi Palermo e Napoli”, spiegano. L’obiettivo, spiega la Rete, è “restare umani tutelando i diritti fondamentali della persona, rispettando la Costituzione (sulla quale i sindaci hanno giurato) ma anche la stessa legge vigente; procedere senza indugio all’iscrizione anagrafica comunale dei migranti, inclusi i richiedenti asilo, affinché possano accedere ai conseguenti servizi che l’iscrizione permette; attivare nel contempo un percorso che consenta di arrivare al pronunciamento sulla costituzionalità del decreto sicurezza”.
Un ordine del giorno che “mette in evidenza da un lato la palese incostituzionalità (e anche il conflitto con numerose norme comunitarie) del decreto sicurezza sotto molteplici punti di vista - continua la Rete -, e dall'altro il fatto che è proprio rispettando la legge ordinaria che l’iscrizione anagrafica è doverosa. Insomma quanto hanno fatto Palermo e Napoli in primis è un atto di obbedienza civile oltre che di obbedienza costituzionale e morale”. Una via che secondo la Rete dovrebbe seguire ogni Comune d’Italia per “tutelarsi nel caso di dovuti e giusti ricorsi giudiziari da parte dei migranti colpiti dai provvedimenti governativi discriminatori e o da una loro scorretta applicazione - spiega una nota dell’organizzazione -, che coinvolgesse per una cattiva condotta il comune stesso. Inoltre, con la chiusura di fatto degli Sprar, i costi ricadranno sui Comuni, che dovranno farsi carico dei servizi sociali e dell’emergenza alloggiativa”.
Secondo la Rete, “il governo fa propaganda sulla pelle dei migranti - spiega la nota -, ed in più scaricando sugli enti locali il dramma sociale: una scelta che dovrà chiamare in causa, da parte dei Comuni, anche la giustizia contabile, a cui il governo dovrà rispondere”. L’ordine del giorno proposto dalla Rete, quindi, si propone di “ribaltare la narrazione corrente - aggiunge la nota -: rispettare la Costituzione e la legge significa respingere gli obbiettivi del decreto sicurezza, che invece punta ad un operazione di proliferazione della marginalità sociale, della cancellazione burocratica dei migranti, lasciati in buona sostanza in mezzo ad una strada e che (anche in punta di diritto) le comunità locali devono contribuire a sostenere nei loro diritti e nelle loro necessità. Insomma è questo governo (seguendo una strada, per altro già percorsa dal precedente esecutivo, di identificazione tra immigrazione e criminalità) che viola i diritti, la giustizia, ma anche la legalità”.