Delitto della piccola Hagere: i giudici confermano la pena per Vasile Donciu. Resta da chiarire la posizione di un italiano
Donciu, almeno per i giudici rumeni, è l'autore dell'omicidio di Hagere Kilani, la bimba di quattro anni, figlia di una coppia di immigrati tunisini, assassinata il 18 agosto del 2000, in un appartamento del quartiere Parasio a Imperia Porto Maurizio. Resta comunque da chiarire la posizione di Lorenzo Mazza, il quarantenne sanremese, ora in Costa Azzurra, formalmente indagato di concorso in omicidio dalla Procura di Imperia, proprio perché indicato quale complice dal ventenne rumeno. Nei confronti di Mazza, comunque, non è stato emesso alcun provvedimento restrittivo della libertà (attualmente si troverebbe in una località della Costa Azzurra). E circa la sua estraneità ai fatti Mazza ha raccontato che il 18 agosto 2000 si trovava a Nizza come dimostrerebbe la ricevuta di una carta di credito, da lui firmata, e l'allegato del suo estratto conto. Non sarebbe inoltre mai rientrato in Italia in quel periodo. Si è inoltre sottoposto, presso un perito di parte, al test del Dna per avere a disposizioni elementi validi da fornire non soltanto alla procura di Imperia ma anche agli investigatori romeni.
Lui avrebbe conosciuto Donciu durante un periodo di detenzione. Sarebbero stati nella stessa cella per qualche giorno. Donciu, secondo la tesi di Mazza, nel disperato tentativo di alleggerire la propria posizione avrebbe accusato l'unico italiano del quale conosceva nome e cognome e che poteva fisicamente descrivere. In un primo momento, infatti, aveva riferito agli inquirenti di aver “rapito” la piccola Hagere perché minacciato da un gruppo di albanesi e poi da un extracomunitario. Soltanto in un secondo momento era emerso il nome, peraltro storpiato di Lorenzo Mazza. Ma a Imperia l'indagato italiano per l'omicidio della bimba tunisina non si è mai visto.Donciu, durante le udienze a Bacau, aveva fatto il nome del complice, un mandante che gli aveva offerto 50 milioni per la piccola Hagere. Insomma, lui aveva avuto solo il compito di rapirla perchè la bimba avrebbe dovuto essere "rivenduta" a qualche pedofilo. E nell'ultima versione, quella che in aula aveva visto emergere il nome di Lorenzo Mazza, aveva anche riferito che a sferrare le coltellate mortali era stato proprio l'italiano, terrorizzato dal fatto che lui e Donciu potessero essere scoperti dal pianto di Hagere.
Il padre della piccola, Abdelfattah Kilani, tornato ad Ouled Chameck, in Tunisia, nelle settimane scorse per stare accanto alla moglie e agli tre figlioletti Seif, Kais e Sofiane, però continua a sostenere la sua tesi: "Adesso stanno cercando di mischiare le carte in tavola. Ma resto assolutamente convinto che mia figlia è stata uccisa da almeno due persone. Ci sono anche i risultati degli esami di laboratorio che possono dimostrare questa circostanza e non sono solo supposizioni. Quando sono stato in Romania per assistere al processo di primo grado ero stato avvicinato da uno dei giudici della Corte. Mi disse: "Se vuole conoscere la verità su questa storia chieda alla gente del Parasio che hanno visto qualcosa. Forse nessuno vuole parlare".
E in effetti - continua Abdelfattah Dilani - al di là delle testimonianze d'affetto che ho ricevuto in quest'ultimo anno qualcuno continua a nascondere la verità e non capisco perché. Forse perché siamo immigrati. Chiedo alla magistratura di non chiudere l'inchiesta, di proseguire nelle indagini per scoprire la verità e chiedo anche al Ministro degli Interni Claudio Scajola, come mi aveva promesso, di indagare personalmente sul caso della mia bambina".
Al Parasio, dopo l'omicidio della piccola, ricor