Designer dislessici illustrano il legame tra disturbo e creatività
Alcuni lavori di designer dislessici |
La dislessia può essere vista solo come un inconveniente quotidiano per chi ce l’ha, ma è possibile considerarla un dono? È il concetto alla base della mostra che si terrà durante il London Design Festival del prossimo settembre (dal 17 al 25). “Dyslexic Design” celebra gli effetti positivi della dislessia attraverso i lavori di designer dislessici che operano nel campo dell’illustrazione, dell’architettura, della decorazione d’interni, della moda, del design industriale e dell’arte. “Se non sei bravo a disegnare nessuno ha niente da dire, ma se hai difficoltà a leggere o a compitare e sei bravo a disegnare sei considerato disabile? – ha detto Jim Rokos, il designer londinese che ha promosso l’esposizione in un’intervista a Co.Design – La dislessia è solo una differenza nella struttura del cervello che sì rende più difficile per chi ce l’ha leggere ma dà anche una maggiore propensione alla creatività”.
Obiettivo della mostra è eliminare lo stigma nei confronti della dislessia e rivelare che questo disturbo specifico dell’apprendimento può anche essere una marcia in più come è stato per Leonardo da Vinci o Steve Jobs. Le persone dislessiche hanno poca memoria a breve termine e sono lettori lenti. Al tempo stesso però le capiscono le cose visivamente, che è molto vantaggioso se sei un artista, hanno una maggiore capacità di percepire lo spazio e di risolvere problemi in maniera non tradizionale, molto utili nel design o nell’architettura. I lavori di Sebastian Bergne, Rohan Chhabra, Tina Crawford, Tom Raffield, Jim Rokos, Vitamin, Kristjana S Williams e Terence Woodgate sono “arricchiti dall’inaspettato, resi possibili dal pensiero di una mente dislessica”.
Per molti di loro questo è il “coming out” pubblico come dislessici. “Questo è un tema che mi è molto caro – ha detto Deborah Spencer, direttore di designjunction, la galleria di King’s Cross che accoglierà la mostra dal 22 al 25 settembre – La dislessia mi ha spinto verso un percorso artistico, in qualche modo mi ha definito come persona. È un piacere sostenere questo progetto”.
Il logo di “Dyslexic Design” è scritto in un font realizzato da Daniel Britton: “Questo carattere porta il tempo di lettura di una persona non dislessica alla velocità di un dislessico – spiega il designer – Ho voluto provare a far capire alle persone non dislessiche che cosa significa leggere con questo disturbo e ricreare la frustrazione e l’imbarazzo che può provocare la lettura quotidiana di un testo”. (lp)