Didattica a distanza, c'è il decreto attuativo. Ora tocca alle scuole
Distribuiti 85 milioni: di questi, 70 serviranno per fornire agli studenti meno abbienti dispositivi digitali. 10 milioni serviranno per favorire l'uso di piattaforme, 5 milioni per la formazione. Ora si attende la circolare. Incertezza sui tempi
ROMA – Gli 85 milioni per la scuola a distanza ci sono: ieri la ministra Azzolina ha firmato il decreto ministeriale che ne avvia ufficialmente la distribuzione, secondo quanto previsto dal decreto legge “Cura Italia”. Lo stanziamento sarà diviso in tre parti: la fetta più grossa, ovvero 70 milioni, serviranno per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso gratuito, dispositivi digitali per la fruizione della didattica a distanza. 10 milioni potranno essere utilizzati dalle istituzioni scolastiche per favorire l’utilizzo di piattaforme e-learning e per dotarsi immediatamente di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, o per potenziare quelli già in loro possesso. I restanti 5 milioni serviranno a formare il personale scolastico. La ministra ha poi firmato il provvedimento, anche questo previsto dal decreto legge ‘Cura Italia’, che assegna alle scuole 43,5 milioni per pulizie straordinarie e acquisto di gel e prodotti igienizzanti.
Il provvedimento firmato stabilisce anche le modalità per ripartire fra le scuole i 1.000 assistenti tecnici informatici previsti dal decreto ‘Cura Italia’ che potranno dare supporto ai docenti per la didattica a distanza. Saranno assegnati alle istituzioni scolastiche del primo ciclo, dove oggi queste figure non esistono. Il decreto incrementa, infine, il Fondo per le emergenze educative del Ministero di 2 milioni di euro, anche questi utilizzabili per le esigenze delle scuole per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sul piano della didattica.
Dispositivi digitali per i meno abbienti: chi, come e quando?
Particolare attenzione merita la questione dei dispositivi digitali, ritenuti essenziali, nel momento in cui la didattica a distanza è avviata o si sta avviando, in tutto il Paese, seppur in modo non uniforme e con differenti risultati. Il Miur fa sapere che queste risorse “tenendo conto del numero totale di alunni dell’istituto (per il 30% del totale dell’importo), ma anche dell’indicatore Ocse Escs (per il 70% del totale dell’importo), che consente di individuare le aree dove ci sono famiglie più bisognose e dove, soprattutto, sono meno diffuse le dotazioni digitali. Abbiamo scelto un criterio che ci consentirà di raggiungere meglio le zone del Paese e le famiglie dove c’è maggiore necessità”, sottolinea Azzolina.
Perché questi 70 milioni raggiungano lo scopo, osservano molti, è indispensabile che i tempi siano rapidi. Anzi, per molti si è già in ritardo, visto che già molti studenti “non connessi” hanno nel frattempo perso il contatto con l'universo scolastico. Ma il sottosegretario Peppe De Cristofaro, interpellato da Redattore Sociale, ammette: “Per quanto riguarda la tempistica purtroppo non è possibile stimarla nazionalmente, perché i soldi sono assegnati alle scuole e quindi dipenderà molto dalla loro velocità. Certo è che, una volta firmato il decreto, le scuole sono automaticamente operative per attivare le procedure per fare gli acquisti, che sono state semplificate proprio per accelerare i tempi”. Intanto, il ministero sta lavorando alla circolare per le scuole in cui saranno chiarite tutte le modalità e le procedure”. La prima sfida, per le scuole, sarà “individuare e raggiungere i 'meno abbienti': in altre parole, gli aventi diritto”. La seconda sfida sarà quella di garantire l'inclusione di tutti, a partire dagli studenti con disabilità che, come denuncia la Fish, per ora sono spesso esclusi da una didattica a distanza inaccessibile a molti.