17 ottobre 2017 ore: 17:33
Economia

Dignità, solidarietà, ascolto e recupero sociale. Gli empori solidali nelle parole dei volontari

Al Festival #conNETTARE, 29 dei 600 volontari attivi nei 18 market dell’Emilia Romagna hanno raccontato cosa sono gli empori. Firmato il Protocollo d’intesa con Regione e Anci per promuoverne la diffusione. Zuppi: “Con gli empori c’è una solidarietà diffusa che risponde alla sofferenza e dignità delle persone”
#conNETTARE festival Empori

BOLOGNA - Dignità, solidarietà, ascolto e recupero sociale. Sono alcune delle parole che per i volontari degli empori solidali dell’Emilia-Romagna meglio descrivono questi piccoli market gratuiti nati dalla collaborazione tra associazioni ed enti locali per aiutare le fasce più deboli e ridurre lo spreco alimentare, ma soprattutto il loro impatto. Dal significato della parola emporio, alla sua identità, fino ai criteri di accesso e all’organizzazione. Questi gli aspetti su cui si sono concentrati tre focus group dedicati che hanno coinvolto 29 volontari della rete degli empori solidali, i cui risultati sono stati presentati oggi nella cappella Farnese di palazzo d’Accursio nell’ambito di #conNETTARE, il secondo festival degli empori solidali dell’Emilia-Romagna.

Il primo emporio solidale è nato a Parma, nel 2010, e oggi sono 18 in regione. Tre sono nati solo nell’ultimo anno e ne beneficiano 8.830 persone e quasi 3 mila famiglie che si trovano temporaneamente in un momento di fragilità e che grazie a questo servizio possono tornare a fare la spesa con il carrello attraverso una tessera a punti, scegliendo ciò di cui hanno bisogno. Punti di riferimento importanti dove trovare generi alimentari di prima necessità ma non solo, anche ascolto per alleviare solitudine e isolamento sociale, supporto e accompagnamento nella ricerca di un’occupazione. Molti sono stati i risultati raggiunti solo nell’ultimo anno. “Gli empori sono cresciuti, passando da 15 a 18 – ha spiegato Giacomo Vezzani, volontario dell’emporio di Parma – È stato sottoscritto l’accordo che li ha messi in rete e sono partiti tavoli tematici per condividere saperi e acquisti”.

Ma non solo. Per promuoverne la diffusione oggi è stato sottoscritto un protocollo d’Intesa dalla Regione Emilia-Romagna, Anci Emilia-Romagna, i soggetti aderenti alla Rete Empori solidali e l’Associazione Csv Emilia Romagna Net. “La rete degli empori è molto importante per la capacità di innovazione spontanea, per i beni relazionali perché in queste realtà ci sono anche centri d’ascolto e perché si recupera una cittadinanza democratica – ha detto la vicepresidente regionale e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini –. La strada è tracciata e stiamo costruendo un nuovo pilastro nel nostro sistema di welfare. Tanto abbiamo fatto per categorie targhettizzate ma un intervento trasversale non era mai stato fatto”. 

Efficacia e dignità. Con queste due parole l’arcivescovo di Bologna Monsignor Matteo Maria Zuppi ha aperto il suo intervento. “Gli empori creano una solidarietà diffusa e mediata in grado di dare una risposta alla sofferenza e dignità alle persone, ed è il regalo più grande che possiamo fare. Nascono dall’esigenza di fuggire all’emergenza, all’assistenzialismo e funzionano perché ci sono tante persone che danno una mano. Solo grazie alla gratuità, infatti, possono funzionare”, ha detto Zuppi.

Sono 600 i volontari impegnati negli empori solidali dell’Emilia-Romagna, che affiancano nelle diverse attività i soli 20 dipendenti e che hanno deciso di mettere la loro esperienza a servizio dei bisognosi. Tra gli aspetti più importanti infatti, anche la capacità di condividere. “Per affrontare il tema delle disuguaglianze occorre una cittadinanza attiva, che lavori insieme, per questo la condivisione e la coprogettazione sono fondamentali – ha fatto presente il sindaco Virginio Merola –. Questo tema si sta ampliando in città e coincide con l’idea di lotta contro la povertà”. Tre le categorie di persone che attraversano la città secondo il sindaco: gli operosi, i rancorosi e gli esclusi. “E i volontari della rete degli empori – ha detto Merola –. sono proprio il perno tra gli esclusi e gli operosi”. (Silvia Santachiara)

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