4 giugno 2015 ore: 15:06
Società

Diritti Lgbt, nasce il primo portale sull’identità di genere

E’ stato presentato oggi e racchiude documenti, ricerche, interviste e video sui temi che riguardano le persone Lgbt. Il sito aprirà la prossima settimana e sarà coordinato da un comitato scientifico. L’obiettivo è quello di abbattere le discriminazioni
Lgbtqi - scritta

ROMA - Un portale che racchiude tutta la documentazione scientifica sui temi che riguardano le persone lgbt. E’ il progetto lanciato oggi a Roma dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’ Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, e dal Comune di Torino. L’obiettivo è quello di abbattere i pregiudizi e le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale attraverso la conoscenza. Nel sito, che sarà online la prossima settimana, tutti potranno consultare un patrimonio internazionale fatto di ricerche, articoli, banche dati, video e interviste sull’identità di genere.  “Oggi è una giornata importante perché finalmente introduciamo nel dibattito intorno ai diritti lgbt l’elemento della ragione e della documentazione”, ha detto Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio per le Pari Opportunità.  “L’omosessualità è qualcosa di naturale per questo dobbiamo riconoscere le stesse opportunità a tutti i cittadini”.

- La vice presidente del Senato, Valeria Fedeli, ha invece sottolineato il ritardo della politica italiana su questi temi: “Bisogna avere la consapevolezza che la differenza è un valore e non qualcosa che va accettata a fatica. Il percorso da seguire non è facile e necessita di una grande tenuta politica e culturale. L’Italia è indietro e non possiamo negarlo. Con il portale vogliamo dare una corretta informazione e creare una cultura di condivisione e di pace. L’ignoranza è la base del pregiudizio. Inoltre, sarà uno strumento che aiuta la politica a riconoscere le proprie responsabilità: la sua inerzia limita la vita delle persone”.

Alla presentazione ha partecipato anche Stefano, un giovane di 21 anni, che ha raccontato di essere stato aggredito perché omosessuale: “Due mesi fa a Torino un gruppo di ragazzi mi ha preso a pugni su un autobus perché ero in compagnia di un mio amico. Nessuno è intervenuto, gli altri passeggeri non mi hanno neanche offerto un fazzoletto per asciugarmi il sangue. Ho trovato la forza di denunciare solo dopo tre giorni grazie ad alcune associazioni che mi hanno sostenuto. All’inizio mi sentivo umiliato: non è stato facile farmi vedere con un occhio nero da mia madre e dal mio compagno. Solo il 5 per cento di chi subisce una aggressione trova il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine e anche quel momento non è facile: nelle giornate trascorse in questura mi sentivo sotto accusa”. E’ stata anche trasmessa la testimonianza di Aurora, una trans di 22 anni, che il 26 maggio scorso ad Aprilia è stata aggredita da un gruppo di minorenni. Qualche giorno dopo, ha deciso di lanciare un grido di aiuto attraverso Youtube: “Volevo farmi una passeggiata ma cinque ragazzi mi hanno insultato, sputato e rincorso con un coltello. Voglio dire basta alla transfobia: noi non facciamo niente di male, stiamo solo cercando di essere noi stessi e la legge ci deve tutelare. Ora non ho più la libertà di uscire da sola perché ho paura di essere ammazzata”, ha detto Aurora nel suo video.

Il portale è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Torino, come racconta Ilda Curti, assessore Pari Opportunità: “Abbiamo trasformato il patrimonio culturale e sociale della nostra città in pratiche amministrative, in delibere e in atti pubblici perché sappiamo che dietro ad ogni diritto negato ci sono persone fatte di carne e ossa. Il ruolo delle pubbliche amministrazione deve essere quello di garantire a tutti la possibilità di vivere con libertà la propria vita”.  Il sito è coordinato da un comitato scientifico, di cui fanno parte professore ed esperti. Tra questi lo scienziato Umberto Veronesi, il professore Giovanni Bachelet, il magistrato Francesco Crisafulli, il giurista Stefano Rodotà, le professoresse Marilisa D’Amico e Nicla Vassallo, il Presidente dell'Ordine nazionale degli psicologi Fulvio Giardina, il teologo Vito Mancuso. 

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