Diritto all’abitare, a Roma sempre più cittadini non riescono ad accedere alla casa
ROMA – Per una parte sempre più ampia della popolazione romana l’accesso alla casa è insostenibile: in una città in cui l’11,2% degli immobili (oltre 162mila in termini assoluti) non risulta occupato o è occupato esclusivamente da persone non dimoranti abitualmente, nel solo 2023 gli affitti sono aumentati del 13% e nel 2022 sono stati emessi 3.825 provvedimenti di sfratto. Alla gigantesca crisi abitativa che attanaglia la capitale è dedicato “Di casa a Roma”. Un’indagine sull’abitare, elaborata dall’associazione Nonna Roma e presentata lo scorso fine settimana nel corso della terza edizione di “De Core”, la Spring School incentrata, quest’anno, sul tema del diritto all’abitare e realizzata con il sostegno del programma Periferiacapitale della Fondazione Charlemagne.
Non solo i poveri non trovano casa
Complice l’impennata dei prezzi degli affitti, la difficoltà di accesso alla casa non riguarda più solo chi è in condizione di povertà, ma una parte sempre più grande della popolazione. Una barriera determinata non solo dai prezzi ormai inaccessibili sul mercato privato degli affitti, ma anche da ostacoli meno visibili. C’è chi non trova una casa in affitto perché, pur avendo un reddito da lavoro, non ha un contratto stabile, chi è discriminato in quanto migrante o per questioni di genere, chi si vede rifiutato il contratto perché è in un nucleo con minori e lo sfratto è più difficile, chi è costretto a lasciare la propria abitazione in affitto perché è più vantaggioso per il proprietario destinare l’alloggio alla locazione breve o a diversi fini speculativi. Nella città dell’overtourism la casa diventa l’oggetto di un modello di sviluppo basato sulla rendita immobiliare e un vero e proprio miraggio per i cittadini, avverte il rapporto. A fronte della mancanza di politiche abitative efficaci, dell’aumento dei tassi per i mutui e del costo della vita, a Roma il disagio abitativo non coinvolge solo le categorie tradizionalmente svantaggiate, come le famiglie in povertà assoluta, ma anche un numero sempre più consistente di persone – come lavoratori a basso reddito, coppie giovani senza figli, persone single, anziani soli con una pensione minima, stranieri – che hanno redditi troppo bassi per accedere al mercato della compravendita o della locazione e troppo alti per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
La battaglia di Nonna Roma per il diritto all’abitare
A Roma – secondo il rapporto – occorrono oltre 1.300 euro per un appartamento di 85 metri quadri e, nel 2022, dei 3.825 provvedimenti di sfratto emessi, il 90% era per morosità incolpevole. Sempre nel 2022, gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario sono stati 2.784 (oltre 230 al mese), quasi quintuplicati rispetto al 2021. L’arrivo del Giubileo, poi, invece che essere un’occasione di sviluppo sociale ed economico per la città, sta allontanando progressivamente gli abitanti dai quartieri in cui vivono, facendo aumentare ulteriormente il costo degli affitti. “Occorre invertire la tendenza di questi decenni” ammoniscono da Nonna Roma che ha elaborato anche alcune proposte, nel tentativo di rimettere il diritto all’abitare al centro del dibattito pubblico e politico. “Da domani riparte la nostra battaglia a partire da quella per l’attuazione del “Piano straordinario per l’abitare” promosso dalla Giunta Gualtieri affinché si istituiscano l’Agenzia per la casa e l’Osservatorio, si rafforzino gli strumenti di welfare abitativo, si avvii il protocollo sfratti, si intervenga per limitare gli affitti brevi turistici e per incrementare il sistema di accoglienza per i senza dimora”, concludono i promotori dell’iniziativa.