Con una nota, il Coordinamento Nazionale Psicologi Direttori di Struttura Complessa del Servizio Sanitario Nazionale chiede il “superamento della logica dei bonus, a vantaggio e degli investimenti strutturali e di sistema in ambito pubblico”
ROMA – L’allarme del Gimbe sul rischio che il diritto costituzionale alla Salute sia messo in serio pericolo da un’eccessiva difformità dei sistemi sanitari regionali “ci appare del tutto condivisibile”. A condividere le preoccupazioni espresse da Cartabellotta, presidente della Fondazionbe Gimbe in un recente post, è il Coordinamento Nazionale Psicologi Direttori di Struttura Complessa del Servizio Sanitario Nazionale che in una nota si dice ancor più preoccupato se si prende in considerazione la salute mentale.
“In realtà, come è noto, ci sono differenze di opportunità addirittura tra aziende sanitarie della stessa Regione e, come nel caso di Roma, ad esempio, anche della stessa città. Scelte organizzative diverse, tutte giustificabili, ma i cui effetti impattano pesantemente sull’equità e sul diritto alla salute di molti”, continua la nota. “Il cittadino di Cosenza ha gli stessi diritti di quello di Ancona e di Torino ma, nei fatti, le opportunità di cura – ed i relativi percorsi disponibili – sono senz’altro diverse. A volte significativamente diverse”.
“Se questa constatazione è tristemente vera nel campo delle malattie organiche – ed il fenomeno dei pazienti migranti da una Regione all’altra la conferma - la questione si fa ancora più seria quando si tratta del diritto alla salute mentale e psicologica, garantito spesso solo parzialmente e a volte negato. Un esempio per tutti: è innegabile che una malattia oncologica devasti, oltre che il corpo, anche l’equilibrio psichico, ma la psico-oncologia è uno strumento disponibile solo in poche Regioni del nostro Paese – aggiunge il Coordinamento -. Sappiamo bene come la sofferenza mentale associata alla malattia oncologica, o ad altre malattie cosiddette “Long-Term Conditions, ne orienti negativamente il decorso. Ed è vero anche il contrario: la presenza di disturbi psichici non trattati aumenta l’incidenza di malattie organiche, il cui trattamento rappresenta un ingente costo per il Servizio Sanitario. Aggiornati dati di ricerca inglesi (2021) mostrano come circa il 40% delle persone con ansia e depressione sviluppi anche problemi fisici, come malattie cardiovascolari, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ma allo stesso tempo evidenziano come questi decorsi e correlati impegni - sia degli ospedali che dei pronto soccorso - potrebbero essere sensibilmente ridotti se i pazienti fossero assistiti anche con interventi psicologici”.
Il Coordinamento, quindi, rinnova l’appello alle Istituzioni per il potenziamento del Servizio Sanitario Pubblico, “garantendo ai cittadini di tutte le Regioni, in modo uniforme, il diritto alla Salute previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione – continua la nota -. Richiamando l’affermazione che non c’è salute senza salute mentale, l’appello si rivolge in particolare al rafforzamento dei Servizi Pubblici di Salute Mentale e di quelli per la promozione della Salute Psicologica. Il Coordinamento auspica, in tale prospettiva, il superamento della logica dei “bonus”, a vantaggio e degli investimenti strutturali e di sistema in ambito pubblico. La sfida per una Sanità universale, equa, accessibile e vicina ai cittadini dovrebbe essere l’impegno primario di una Comunità che si voglia consapevole, competente e solidale”.