2 dicembre 2013 ore: 15:29
Disabilità

Disabilità, Anffas: parole d'ordine cambiamento e inclusione

"Chi deve raccogliere la sfida dell'inclusione sociale? Chi si sente chiamato in causa dal nostro metterci in gioco? C'e' il rischio di una forbice tra noi e le istituzioni politiche, il mondo scientifico, i media e il terzo settore?" Queste ...
Anziano in carrozzina, rsa, casa di riposo

Roma - "Chi deve raccogliere la sfida dell'inclusione sociale? Chi si sente chiamato in causa dal nostro metterci in gioco? C'e' il rischio di una forbice tra noi e le istituzioni politiche, il mondo scientifico, i media e il terzo settore?" Queste sono le domande poste dal moderatore Marco Bollani all'apertura della seconda giornata dei lavori del convegno nazionale Anffas 'La visione inclusiva nei servizi per le persone con disabilita' intellettiva e/o relazionale' svoltosi a Roma il 28 e 29 novembre 2013.

Gli interrogativi hanno preso origine dai workshop della prima giornata portando a delle nuove riflessioni e questioni oggetto del dibattito della tavola rotonda conclusiva dell'evento a cui hanno partecipato Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas Onlus, Riccardo Bonacina, presidente e direttore del magazine Vita, Pietro Barbieri, presidente Fish e portavoce Forum terzo settore, Emilio Rota, presidente Anffas Lombardia, Luigi Croce, presidente comitato scientifico Anffas onlus, Nina Daita, responsabile ufficio politiche per la disabilita' della Cgil, Giorgio Dossi, presidente Erickson, e Matilde Leonardi, responsabile Sosd neurologia, salute pubblica e disabilita' della fondazione Irccs istituto neurologico Carlo Besta di Milano.

Alla base dei workshop, la ricerca-azione sostenuta dalla fondazione nazionale Anffas onlus 'Dopo di Noi' e da Anffas Lombardia- condotta con il supporto scientifico del dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Universita' di Bergamo- che oltre ad aver prodotto uno strumento di autovalutazione concernente le possibilita' inclusive dei servizi Anffas, ha anche portato alla luce dei punti chiave da cui partire per promuovere con ancora piu' forza la lotta per i diritti delle persone con disabilita' e delle loro famiglie, cosi' come ha evidenziato Pietro Barbieri: "La ricerca Anffas e' uno strumento utile per restituire protagonismo alle persone con disabilita' poiche' sono stati gli operatori a certificare lo stato attuale delle condizioni delle persone con disabilita', uno stato che non riconosce la loro partecipazione e autonomia. La ricerca evidenzia la necessita' di cambiare i servizi nell'ottica di garantire i diritti, il progetto individuale e tanto altro e rappresenta la capacita' del terzo settore ad interrogarsi, analizzarsi e confrontarsi per essere costante promotore di cambiamenti".

Anche Roberto Speziale ha sottolineato sin da subito la gravita' della situazione attuale: "A chi interessa la condizione della qualita' della vita delle persone con disabilita'? A nessuno. Non allo stato, non alle istituzioni, cosi' come dimostra anche la recente legge di stabilita' che nei fatti non prende in considerazione il piano biennale di azione approvato durante la conferenza nazionale sulla disabilita' tenutasi a Bologna nel luglio scorso. Se questa e' la situazione attuale- ha continuato Speziale- vuol dire che anche noi come movimento di persone con disabilita' abbiamo sbagliato qualcosa e quindi dobbiamo interrogarci su come cambiare a nostra volta per modificare lo stato attuale delle cose. Dobbiamo essere in grado di proporre nuovi modelli di sviluppo socio-economici che abbiano elementi di sostenibilita'. Non chiediamo piu' risorse- ha concluso il presidente- ma una migliore allocazione di quelle esistenti".

Cambiamento e Inclusione, quindi, alla base di tutti i discorsi ma da rivolgere non solo al mondo della disabilita' ma a tutta la societa', cosi' come ha fatto presente Riccardo Bonacina: "Non si sta parlando solo di disabilita' ma di un cambiamento radicale che deve riguardare l'intera societa' e tutto il terzo settore deve interrogarsi e lavorare al riguardo".

Di un cambiamento importante e profondo hanno anche parlato Emilio Rota e Luigi Croce, evidenziando la necessita' di capitalizzare le risorse ad oggi disponibili, anche cambiando il modo di utilizzarle ed evitando sistemi di autoreferenzialita' ma ponendo inclusione e autodeterminazione come parole chiave per questo processo.

Ha assunto una nuova connotazione durante l'evento anche la parola 'dipendenza', una nuova declinazione data da Matilde Leonardi e Nina Daita che hanno voluto intendere la dipendenza non come subalternita' ma come valore poiche' l'essere dipendenti, inter-dipendenti, non vuol dire non poter avere autodeterminazione, autonomia e dignita'.

Di inclusione collegata alla scuola ha invece parlato Giorgio Dossi, che ha ricordato l'importanza dell'istituzione scolastica come nodo cruciale per il cambiamento sociale e per attivare una necessaria evoluzione della societa'.

L'evento si e' chiuso con le parole del presidente Speziale che hanno nuovamente sottolineato come Anffas, e tutto il movimento delle persone con disabilita', non siano piu' disponibili ad accettare il sistema in cui ci troviamo attualmente ma come siano pronti da tempo ad essere protagonisti attivi, insieme alle persone con disabilita' intellettiva e/o relazionale e alle loro famiglie, al cambiamento radicale che ha alla base il progetto individualizzato e che deve assolutamente svilupparsi e radicarsi in tutta la societa'. Ha detto infatti il presidente: "Siamo in trincea e abbiamo un dovere: continuare a lottare, con nuove armi e nuovi strumenti, uniti anche ad altri attori sociali e mantenendo forte l'impegno al cambiamento. Ne abbiamo la forza e la capacita'. È nostro compito rimuovere tutti gli ostacoli esistenti". (DIRE)

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