Disabilità, Anmic: “La riforma prevista dalla legge delega è un punto di svolta culturale”
Punto e a capo. La riforma complessiva della tutela della disabilità in Italia, avviata dal varo della legge delega al Governo e dall’emanazione dei suoi primi decreti attuativi, rappresenta per Anmic una vera “svolta culturale”. Ma anche “una impegnativa sfida per il futuro” che occorre costruire insieme, ponendone subito solide basi. E’ un giudizio dunque sostanzialmente positivo, quello dato oggi a Roma dal presidente Anmic e Fand Nazaro Pagano, in apertura della Quarta Conferenza nazionale Quadri dirigenti Rete associativa Anmic, in corso a Roma presso il Midas Palace Hotel.
Ma alla valutazione si affianca anche una necessaria riflessione sul complesso lavoro che dovrà accompagnare la lunga “messa a terra” della legge 227, come il presidente Pagano spiega nel suo intervento: “Quello che ci attende è un 2024 impegnativo, durante il quale la nostra associazione - in sinergia con il Governo - vigilerà sulla fase di attuazione della riforma per raggiungere poi finalmente, nel 2025, l’inizio della sua sperimentazione. Ma per non mancare questo obiettivo finale occorre prevedere risorse adeguate. Non solo risorse economiche, ma anche umane e professionali”.
“Nella fase di sperimentazione, se serve - continua Pagano -, occorrerà inoltre intervenire con eventuali correttivi, perché il buon senso dovrà accompagnare la buona volontà. Infine vorremmo sottolineare un altro aspetto fondamentale: la revisione delle procedure per l’accertamento della disabilità, che sarà incentrata sulla valutazione multidimensionale, presuppone da subito il potenziamento e il coordinamento dei servizi che sui territori saranno chiamati a elaborare il progetto di vita della persona con disabilità. Ci attende dunque un cambiamento epocale. La Anmic, insieme alla Federazione dei disabili Fand, darà come sempre il suo contributo di esperienza anche all’interno della cabina di regia che dovrà determinare i Lep (livelli essenziali delle prestazioni)”.
“Si aprono dunque nuove prospettive e aspettative, per l’esercizio dei diritti civili e sociali dei disabili – conclude -. Un progetto di riforma che rappresenta una promessa di miglioramento della qualità di vita di questi cittadini che non possiamo mancare”