Disabilità, cambio al vertice dell’Unione ciechi: Barbuto nuovo presidente
ROMA – Cambio della guardia al vertice dell’Unione dei ciechi e degli ipovedenti: dopo 28 anni di presidenza, Tommaso Daniele ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute e viene sostituito da Mario Barbuto, che è stato eletto nuovo presidente dal Consiglio nazionale sabato scorso. Barbuto ha riportato 27 voti contro i 14 che sono andati a Giuseppe Terranova. Compito del nuovo presidente – fa sapere una nota dell’Uic – sarà quello di traghettare l'associazione verso il prossimo Congresso nazionale previsto per il 2015.
La Uic fa notare che nel frangente attuale essa necessitava di una “guida sicura” per “affrontare le nuove e più ardue sfide poste anche dalle prossime leggi finanziarie 2014 e 2015, oltre che dal processo di riforma politica ed economica che riguarderà l'intero paese e che non può trovare il sodalizio in posizione di attesa o di retroguardia”. Serviva dunque una “persona in grado di guardare all'oggi con la massima attenzione e che contemporaneamente potesse preparare quel domani associativo ritenuto ormai unanimemente indilazionabile per il futuro stesso della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti”.
Barbuto “è in grado – si legge ancora nella nota Uic - di rappresentare a pieno l'unità dell'associazione, da nord a sud; di interpretare il delicato momento tra innovazione e continuità; di ricoprire la carica con la dovuta prudenza e il necessario coraggio”. Di origini catanesi, dove ha trovato “un istituto che mi ha accolto per otto anni e ha provveduto alla mia istruzione di base”, è diventato bolognese di adozione, “una città che mi ha catturato con il fascino delle sue architetture e il calore della sua gente, offrendomi un titolo, una casa, un lavoro, una vita sociale degna di essere vissuta”. “All’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti devo tanto, tantissimo... Per certi versi, tutto... L’istruzione, il lavoro, le soddisfazioni professionali, l’integrazione sociale, sono i frutti più preziosi che mi ha donato nell’arco dei quarantacinque anni di mia appartenenza; per quanta dedizione io possa mettere nel servirne gli scopi e gli obiettivi, non sarò mai in grado di ricompensare per intero l’Unione di tutto il bene che da essa ho ricevuto, il bene di vivere una vita pressoché normale, di conservare tutta la mia dignità di persona e di cittadino, di godere di un’autonomia personale straordinaria, nonostante il grave handicap dovuto alla minorazione visiva”.
L’Unione ciechi pare avviata ad una gestione partecipata: "Come ha detto e scritto più volte Tommaso Daniele – dice il nuovo presidente - è tramontato il tempo dell’uomo solo al comando: mai più dunque, un presidente solitario, unico traino di un pesante rimorchio; al contrario, invece, un gruppo dirigente, compatto, operoso, determinato, alla guida dell’Unione, al servizio della causa dei ciechi e degli ipovedenti italiani. L’Unione, per fortuna, è una struttura associativa fondata su princìpi democratici, grazie ai quali, le più alte cariche si raggiungono solo con il consenso e con il sostegno delle maggioranze, auspicabilmente ampie, significative e qualificanti. La mia disponibilità è totale, il mio impegno, garantito".