11 gennaio 2017 ore: 13:29
Disabilità

Disabilità: centri diurni, Veneto in campo contro le disparità di trattamento

L’assessore regionale alle politiche sociali Manuela Lanzarin ha convocato il tavolo per riorganizzare interventi e finanziamenti. All’ordine del giorno, l’introduzione di un nuovo metodo per determinare le rette, così da rendere più omogeneo ed equo il finanziamento regionale per ogni assistito
Alunni disabili. Ragazzo in carrozzina
VENEZIA - Stop alle disparità, a maggior ragione quando si tratta di disabilità. L’assessore regionale alle politiche sociali Manuela Lanzarin ha convocato per giovedì 12 gennaio, a palazzo Balbi, il tavolo per riorganizzare interventi e finanziamenti a favore dei centri diurni che accolgono in Veneto le persone disabili. All’ordine del giorno, l’introduzione di un nuovo metodo per determinare le rette, così da rendere più omogeneo ed equo il finanziamento regionale per ogni assistito nelle strutture educative e occupazionali del Veneto, superando l’attuale diversificazione.
 
 “Obiettivo del tavolo regionale – dichiara l’assessore – è individuare un percorso graduale per superare l’attuale disparità che si è creata nel tempo tra le rette dei Ceod (Centri Occupativi Occupazionali Diurni, ndr) delle diverse Ulss venete, ad esempio, tra i centri diurni del Trevigiano e quelli del Veronese”.
Convocate al tavolo le 21 conferenze dei sindaci, i direttori sociali delle Ulss, i dirigenti delle strutture assistenziali e i vertici delle federazioni delle cooperative sociali che gestiscono i 286 centri diurni attivi in Veneto.
 
Il punto di partenza dell’incontro sarà la delibera regionale 740 del 14 maggio 2015, che ha delineato gli standard organizzativi/assistenziali, i criteri autorizzativi, le modalità di determinazione delle rette-tipo per i centri diurni e, quindi, le quote di rilievo sanitario e le quote sociali, a seconda dell’indice di gravità della disabilità. E al momento, le persone con disabilità gravi, fisiche e psichiche, che frequentano i centri diurni sono circa 6300.
 
Nel frattempo la Regione è intenzionata a fare la sua parte: “Metteremo in campo una quota del Fondo regionale per la non autosufficienza, nel rispetto dei vincoli di bilancio, per facilitare l’armonizzazione delle rette dei centri diurni – afferma Lanzarin –. Per la Regione non esistono disabili di serie A e di serie B, e a tutti vogliamo garantire servizi di qualità e parità di trattamento”.
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