16 gennaio 2017 ore: 09:42
Disabilità

Disabilità, danza-teatro per scoprire bellezza della disarmonia

"Ipotetica&" è un percorso formativo per attori, danzatori, persone disabili e operatori del settore socio-educativo, culturale o artistico che operano a stretto contatto con la disabilità. Coinvolge l’Università di Bologna. "Non si tratta di teatro terapia. Lavoriamo sulla trasformazione del limite"
Roberto Ruager La bellezza della disarmonia

Foto di Roberto Ruager

- ROMA - Pratiche e didattica per un corpo consapevolmente imperfetto, alla ricerca di movimenti differenti. Perché esiste una poetica fisica, un’anatomia sensoriale e un itinerario non verbale anche nei contesti più sensibili, come quelli che si intersecano con la disabilità, che spesso rovesciano le prospettive delle arti performative. Ecco spiegato allora il significato di "Ipotetica&", un corso di formazione di teatro danza integrato che da gennaio a dicembre 2017 coinvolgerà, a Bologna, danzatori, attori, persone disabili e operatori del settore socio-educativo, culturale o artistico che lavorano a stretto contatto con la disabilità motoria, sensoriale e intellettiva. Ne parla nel numero di  gennaio il mensile Superabile Inail.  Il percorso è articolato in undici moduli (circa un weekend al mese più una residenza artistica di quattro giorni) in cui danzattori disabili e non, coreografi, registi teatrali, psicologi, fisiatri e docenti del dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Alma Mater porteranno i partecipanti ad abbandonare la percezione comune del corpo, del linguaggio e della parola.

“Il metodo adottato sarà quello del "Corpo poetico", una pratica di danza/teatro basata sull’integrazione sociale e artistica portata avanti da Anna Albertarelli e Roberto Penzo nei loro laboratori con persone disabili e non, in sinergia con la metodo- -logia di formazione teatrale della compagnia Gruppo Elettrogeno, impegnata in progetti con non vedenti, ipovedenti, ragazzi autistici e persone che accedono alle misure alternative alla detenzione”, spiega Simona Bruni del Csapsa (Centro studi e analisi di psicologia e sociologia applicate), uno dei partner del progetto insieme al Nuovo comitato Il Nobel dei disabili onlus fondato da Dario Fo, Jacopo Fo e Franca Rame. Il corso vuole dare una sorta di “valenza scientifica” al lavoro svolto in questi anni dalle due realtà bolognesi, trasformandolo in esperienza formativa.

Foto di Roberto Ruager
La bellezza della disarmonia

“Occorre andare oltre la bellezza stilistica canonica - commenta Anna Albertarelli, danzatrice, coreografa e formatrice di "Corpo poetico" - ed educare il pubblico, i genitori, gli operatori sociali, ma anche i performer, a tempi artistici diversi, più lenti, e a una motricità diversa. Solo così i dismorfismi e i disequilibri di chi, per esempio, ha la spina bifida, la distrofia muscolare, un deficit cognitivo o un’altra forma di disabilità grave possono diventare, da una parte, strumenti di ricerca coreografica e, dall’altra, elementi per acquisire una padronanza, una consapevolezza o una percezione del proprio corpo che prima non si aveva. Gli strumenti utilizzati sono quelli della contact improvisation, del teatro fisico e della presenza scenica, con un’attenzione particolare alla relazione, agli sguardi, ai respiri, ai piccoli gesti e alle micro-partiture”. Anna Albertarelli ha iniziato a lavorare con la disabilità nel 1998: grazie alla compagnia Vi-kap ha portato sul palco vari spettacoli, frutto dei laboratori di teatro danza condotti insieme a Roberto Penzo (psicologo e insegnante di mediazione corporea); di quel nucleo di danzattori disabili rimangono Michele Morriti, Carlo Maria Falciasecca, Uliano Vescovini e Antonella Oggiano, che porteranno la propria esperienza a "Ipotetica&". In particolare gli ultimi due - poliomielitico il primo, ragazza Down la seconda -, che ora sono professionisti del settore.

Se non fosse ancora chiaro, “non si tratta di teatro terapia - precisa Martina Palmieri di Gruppo Elettrogeno -. Noi lavoriamo sull’espressività e sulla trasformazione del limite insieme a persone cieche, ipovedenti e autistiche utilizzando le diverse capacità sensoriali, relazionali e comunicative in funzione scenica. Questo cambia l’idea dell’estetica teatrale: ecco che allora i movimenti si possono toccare e che ritmo, voce, ripetizioni di gesti o significato rievocativo degli oggetti acquistano una funzione molto importante”. Da otto anni il Gruppo Elettrogeno porta avanti "L’Arte della trasformazione - il teatro della mutazione dello sguardo", un progetto di produzione di spettacoli, realizzazione di workshop e seminari integrati rivolti a persone vedenti e non, in collaborazione con l’associazione 0GK, l’Accademia di belle arti di Bologna, l’Istituto Francesco Cavazza, la sezione provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Nel 2011 è nata la compagnia Orbitateatro; oggi alcuni dei partecipanti storici svolgono il ruolo di tutor ai laboratori tuttora in corso. L’altra metà del cielo, invece, è il percorso teatrale "Words born from a dream - Parole nate da un sogno", iniziato due anni fa nell’ambito dei progetti che l’associazione Aliante attua per favorire l’inclusione delle persone con autismo o altri disturbi di relazione e comunicazione e a cui possono partecipare anche gli educatori o gli assistenti. Tutti “risorse per un nuovo teatro contemporaneo”.

"Ipotetica&" si terrà al Leggere Strutture Art Factory di Bologna, info: ipotetica3@csapsadue.it. Per chi cerca un’esperienza meno impegnativa e lunga, il laboratorio di teatro fisico e danza integrata "Corpo poetico" si tiene tutti i venerdì dalle 15 alle 17 al Leggere Strutture Art Factory di Bologna. Tra gennaio e febbraio, invece, all’Istituto dei ciechi Cavazza partirà "L’Arte della trasformazione", laboratori teatrali per persone vedenti e non. (annaalbertarelli.it e gruppoelettrogeno.org).

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