20 aprile 2018 ore: 13:33
Disabilità

Disabilità. Dopo di noi, Jobs act, Buona scuola: le criticità da risolvere

Anmic, dalla 2a Conferenza nazionale dei quadri dirigenti, chiede la "correzione" di queste tre riforma, che hanno interessato anche il mondo della disabilità. E indica le principali criticità
Dopo di noi, ragazzo disabile con amico al tramonto - SITO NUOVO

ROMA - Dopo di noi, Jobs Act, Buona scuola: tre riforme recenti, che hanno coinvolto diversi settori ma che hanno impattato, tutte, sul mondo della disabilità. In modo più o meno positivo. Su queste tre leggi, soprattutto, si concentra l'attenzione di Anmic, negli ultimi tre giorni impegnata, a Roma, nella 2a Conferenza nazionale dei Quadri dirigenti. 

Dopo di noi. Nella legge destinata a dare supporto alle persone con disabilità prive di sostegno familiare, Anmic individua “due pilastri: il primo, 'pubblicistico', mira a introdurre i livelli essenziali di prestazione in questo ambito e dà vita a una politica pubblica incentrata su un Fondo speciale. Il secondo, di rilievo invece 'privatistico', tende ad introdurre delle agevolazioni fiscali per gli istituti di diritto privato rilevanti per il 'Dopo di noi' (trust, contratto di affidamento fiduciario ed atti di costituzione di un vincolo di destinazione), dettando, senza che ve ne fosse reale necessità, anche nuove regole di carattere sostanziale”. Tra le criticità indicate da Anmic, “il numero limitato dei disabili gravi e gravissimi a cui la legge si rivolge (restano infatti escluse molte disabilità, per le quali non è possibile aspirare ad una vita indipendente ma che necessitano di soluzioni di altro genere)”, ma anche “i limiti degli istituti privatistici disciplinati dalla legge - ad es. il trust - al quale sono in molti casi da preferirsi numerosi altri istituti, già previsti dal codice civile, e che potrebbero essere innovati ed adeguati alle esigenze delle famiglie dei disabili. Manca poi – osserva ancora Anmic - l’organicità del quadro normativo: un sistema coerente di tutela non può omettere i collegamenti con la normativa che disciplina già l'amministratore di sostegno, cioè il soggetto preposto dalla legge alla tutela del disabile non dotato di autonomia. E deve inoltre raccordarsi con il complesso delle tutele che riguarderanno i soggetti all'interno della famiglia ( i caregivers) che dovranno comunque prendersi cura del disabile”. Proprio per questo, “Anmic sta elaborando una proposta di modifica legislativa che sarà presentata al più presto e che sarà mirata ad un concreto sostegno ai bisogni delle persone disabili gravi e alle loro famiglie”. 

Jobs act e conseguenze sul collocamento mirato. Per quanto riguarda il Jobs Act, “il sistema introdotto, con particolare riferimento ai lavoratori disabili, è ispirato alla costruzione di una crescita economica attraverso la liberalizzazione del mercato: ne sono espressione gli incentivi economici alle imprese, la disciplina dei contratti a tutele crescenti, la chiamata nominativa, la possibilità del demansionamento, la mancanza di una tutela reale in fase di assunzione e di fuoriuscita dal mondo della produzione. Queste forme di flessibilità – denuncia Anmic - hanno determinato minore tutele per i lavoratori disabili”. Si rende quindi necessario introdurre “correttivi capaci di garantire una tutela del lavoratore disabile sul luogo di lavoro attraverso 'accomodamenti ragionevoli', una tutela di tipo reale e non sanzionatorio o indennitario nelle fasi di costituzione del rapporto di lavoro e di licenziamenti illegittimi”. Secondo la legge n. 98/2013, per 'accomodamento ragionevole' si intendono gli accorgimenti necessari all'eliminazione, nell’ambiente di lavoro, di situazioni che creano disuguaglianza e discriminazione. 

Buona scuola e inclusione scolastica. L'attenzione di Anmic si concentra in particolare sul decreto 66/17, relativo all'inclusione: esso, per Anmic, “non colpisce nel segno”, per una serie di ragioni: “il ruolo di famiglie e associazioni è quello di spettatori da coinvolgere, ma non sulle decisioni importanti quali la determinazione qualificazione delle ore di sostegno: commissioni con medici e figure sanitarie che curano ma non si prendono cura del ragazzo disabile; risorse limitate e ambizioni altissime e costose mortificano ciò che di buono potrebbe esserci sulla carta e nelle intenzioni. Infine – osserva ancora Anmic - la tanto attesa continuità didattica, oggetto specifico della delega, rischia di naufragare nella contrapposizione di diritti legittimi, ma opposti, di alunni e insegnanti di sostegno”. 

Mobilità. Un'attenzione particolare è stata poi prestata, nei tre giorni di incontri e dibattiti, al tema del diritto alla mobilità nella vita quotidiana. “La questione barriere rimane infatti un problema largamente irrisolto, ad esempio nell’ambito del trasporto sui mezzi pubblici su gomma, ferro, urbani – segnala Anmic - E’ anzitutto nelle nostre città – precisa – che si registrano difficoltà di accesso, segnaletica assente (soprattutto per gli ipovedenti), marciapiedi sconnessi o inesistenti, difficoltà di attraversamento ai semafori. Occorre pertanto un forte rifinanziamento, nazionale e regionale, sull’eliminazione delle barriere architettoniche negli spazi pubblici come nella ristrutturazione dell’edilizia privata, con un reale sostegno pubblico all’introduzione della domotica abitativa”. (cl)

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