26 novembre 2014 ore: 14:30
Disabilità

Disabilità, in Toscana 906 posti di lavoro scoperti

Tante aziende che dovrebbero avere inserito un disabile al proprio interno, in realtà non ce l’hanno. Ne parla il nuovo numero della rivista on line del Cesvot Pluraliweb
Disabilità: piedi su pedana di una carrozzina

FIRENZE – In Toscana sono 906 i posti scoperti dei disabili lavoratori. Significa che tante aziende che dovrebbero avere inserito un disabile al proprio interno, in realtà non ce l’hanno. Le aziende private che non rispettano questa normativa 1.171 e i posti scoperti sono 353, le pubbliche amministrazioni sono invece 80 per 556 posti scoperti. I disabili iscritti alle liste di collocamento sono 38.631. Nel solo 2013 se ne sono iscritti 4.479. Coloro che sono stati inseriti nel mondo del lavoro sono 1229, contro i 1375 del 2012. A ciò si aggiungono gli esoneri, ovvero chi richiede di non rispettare la legge e quindi di non essere obbligato ad assumere persone disabili. Nel 2013 sono state 183 le richieste in tal senso per 426 posti complessivi.

I dati sono contenuti all’interno del nuovo numero di Pluraliweb, la rivista on line del Cesvot (http://www.pluraliweb.cesvot.it/) “Per una migliore applicazione della legge – scrive Cristiana Guccinelli nella presentazione del volume - serve anche un modo nuovo di affrontare la questione. Si tratta di attivare processi di integrazione lavorativa e sociale e non solo azioni di avviamento al lavoro. Nel report “Le parole del lavoro” di Fish – Federazione italiana per il superamento dell’handicapsi sottolinea che mantenere “un approccio difensivo verso i lavoratori con disabilità porta alla crescita delle richieste di esenzione da parte delle aziende o alla scelta di pagare sanzioni piuttosto che procedere alle assunzioni”. E’ per questo che volontariato e cooperazione sociale possono insegnare molto su come facilitare l’incontro fra lavoratore disabile e azienda. Troppo spesso è la mancanza di conoscenza reciproca a rendere l’impresa impossibile. Manca un lavoro di matching che fatto con metodo e procedure possa essere, in ogni territorio, un presidio di conoscenze dei bisogni aziendali e di approfondimenti circa le caratteristiche delle persone con disabilità (capacità, competenze, risorse, obiettivi e aspirazioni).

 

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