Disabilità, Lea e Nomenclatore: famiglie ancora in attesa
ROMA – Niente da fare per l’aggiornamento del nomenclatore tariffario: per l’ennesima volta, la scadenza non è stata rispettata. Il ministero della Salute doveva presentare la bozza al Mef lo scorso 29 febbraio, ma ad oggi questo non è avvenuto. E a ritardo si aggiunge ritardo. Interviene a rammentarlo, oggi, l’associazione Luca Coscioni, che sulla questione ha già diffidato il governo. Ma la diffida è scaduta il 10 marzo scorso, senza che nulla di concreto accadesse. Solo una rassicurazione, da parte della direzione generale della Programmazione sanitaria, che “nei giorni scorsi ha risposto alla nostra diffida ribadendo ancora la volontà del Governo di provvedere alla revisione del nomenclatore con l’aggiornamento dell'elenco e l’inclusione di tecnologie più efficaci e innovative”, riferisce l’associazione. Che annuncia: “Stiamo per intraprendere le vie che il caso consiglia”.
Intanto, però, anche le prime anticipazioni sui contenuti dell’aggiornamento destano preoccupazione. Innanzitutto, è a rischio la “personalizzazione”, cioè la possibilità che l’assistito con il professionista che lo segue scelga, in base alle proprie specifiche esigenze, l’ausilio più adatto. Come spiega l’associazione, “se è vero, come sostenuto anche nella risposta della Programmazione, che ‘l’evoluzione tecnologica ha consentito l’immissione in commercio di una gamma di ausili di serie in grado di soddisfare le più diverse esigenze degli assistiti, rendendo inattuale la loro classificazione tra gli ausili ‘su misura’ ed inefficiente il ricorso alla prestazione di ‘costruzione’ rispetto alla possibilità di acquisirli direttamente dal mercato di settore”, è imprescindibile tuttavia che i percorsi di fornitura debbano permettere di individuare, all’interno della gamma relativa alla tipologia prescritta, il modello più adatto a rispondere alle necessità dell’assistito”.
C’è poi la questione della scelta del fornitore: “nelle indicazioni fornite dalla Programmazione - spiega l’associazione in una nota firmata da Filomena Gallo, Marco Gentili e Maria Teresa Agati - si ravvisa una situazione di netta discriminazione tra chi ha bisogno di un dispositivo su misura e chi invece di un ausilio, anche complesso, di serie. E le ragioni appaiono del tutto pretestuose: ‘In base alla proposta ministeriale, quando si tratta di un dispositivo ‘su misura’, l’assistito potrà liberamente rivolgersi a qualunque erogatore accreditato dal Servizio; quando si tratta di un dispositivo di produzione industriale, la regola generale per la pubblica amministrazione e` il ricorso a procedure pubbliche di acquisto che, mettendo in concorrenza più` produttori, consentano di contenere la spesa a parità di qualità’.In base a quale logica – si chiede l’associazione - chi ha bisogno, ad esempio, di un’ortesi per avambraccio può scegliere chi gliela realizza e applica e chi, invece, ha bisogno di un sistema di postura tronco-bacino non può farlo?”.
Quello che viene messo a rischio dal provvedimento sarebbe il “Repertorio degli ausili di serie”, che “riportasse le tipologie di dispositivi e, per ciascuna tipologia, l’elenco di tutti i singoli prodotti commerciali presenti sul mercato ed erogabili dal Servizio sanitario nazionale con i rispettivi prezzi di riferimento”. La realizzazione del Repertorio era una delle novità rilevanti contenute nelle precedenti stesure del provvedimento, ma ora messa in discussione per via della difficoltà di realizzarlo in tempi brevi. Il Repertorio, per l’associazione Coscioni, è invece fondamentale, perché permetterebbe all’assistito di “rivolgersi ad un erogatore accreditato di sua fiducia e scegliere liberamente il singolo prodotto commerciale, nell’ambito della tipologia prescritta dal medico. Sottolineiamo – conclude l’associazione - che le soluzioni possibili proposte non costituirebbero in alcun modo un aggravio di costi per la parte Pubblica e pertanto la copertura economica non può costituire giustificazione al metodo da voi individuato”.