Disabilità, Nalli: l'informazione sta cambiando, a passi da formica
Noria Nalli
- ROMA - "Con passetti lenti, quasi da formica direi, il modo di affrontare il tema disabilità dell’informazione italiana, sta cambiando. Oggi si parla di più e talvolta meglio della realtà delle persone disabili. Ma sono appunto progressi davvero lenti". Noria Nalli, giornalista e scrittrice, una laurea in Filosofia, sposata e madre di due ragazze di 15 e 24 anni, cura il blog "La stampella di Cenerentola" su lastampa.it. Collabora anche con Vita non profit, Famiglia Cristiana, Confidenze e Vanity Fair e ha curato una rubrica settimanale sul tema della disabilità su Radio Flash di Torino. La sua è una delle voci raccolte nel dossier "Niente stereotipi, per favore", pubblicato nel numero di dicembre del magazine SuperAbile Inail, in cui dieci giornalisti, comunicatori e blogger che vivono la disabilità sulla propria pelle (anche se non sempre se ne occupano anche a livello professionale) raccontano come i media raccontano la vita e rappresentano le persone disablii.
"Molto è dovuto all’impegno di professionisti, che vivendo la disabilità sulla propria pelle hanno aperto delle strade, come il grande e compianto Franco Bomprezzi. - spiega - È come se il principio delle Paralimpiadi si stesse affermando gradualmente in tutti i campi dell’attività umana. Dalla politica allo spettacolo al giornalismo e così via. In Italia siamo in tanti a voler mettere a disposizione la nostra esperienza, il nostro diverso punto di vista sul mondo, per raccontare e fare informazione. Tra i fenomeni recenti, ricordo l’irriverente Iacopo Melio di #vorreiprendereiltreno, che è ormai diventato un fenomeno mediatico".
Noria Nalli |
"Personalmente la mia vita professionale è cambiata dopo aver scoperto di avere la sclerosi multipla. - racconta - Le persone con disabilità stanno uscendo allo scoperto e si raccontano, emozionano e catalizzano il pubblico. In questo fenomeno la diffusione dei blog e dei social network è stata determinante. È un progresso epocale, ma ripeto, siamo solo all’inizio. I media italiani parlano di disabilità, ma raramente lo fanno in modo corretto e rispettoso. Il mondo del giornalismo “normodotato” ci guarda ancora con pietismo, in maniera ghettizzante. Si cercano quasi solo eventi a effetto che fanno scalpore, ma si dimentica l’importanza dell’analisi seria e quotidiana. Questo per parlare dell’Italia. Devo dire che anche all’estero si è ben lontani dall’essere perfetti, ma esistono comunque tradizioni più consolidate. Da malata di sclerosi multipla non posso non ricordare l’Inghilterra, che ha creato Shift sm, un para-social network interamente dedicato alla sclerosi. Importante sottolineare che è fatto benissimo".