Disabilità, nuovo Isee, Fand: sentenza ristabilisce un 'equo' trattamento
Roma - "Con il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar del Lazio che, nel febbraio 2015, aveva dichiarato illegittimo l'inserimento di pensioni, indennità di accompagnamento e risarcimenti, tra i redditi da calcolare nell’Isee delle persone con disabilità, non possiamo che essere soddisfatti del risultato a nome di tutte le associazioni legate al mondo della disabilità che sono rappresentate dalla Fand (Anmic, Anmil, Ens Uci, Unms, Anglat e Arpa), e insieme rappresentano oltre 2 milioni di famiglie italiane”. Commenta così in una nota il Presidente Fand Franco Bettoni all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che prevede di non conteggiare come reddito ai fini del calcolo Isee l'indennita' di accompagnamento per le persone disabili.
"La conferma di quanto aveva già sentenziato il Tar del Lazio da parte del Consiglio di Stato è per una notizia che rincuora, in effetti, oltre 10 milioni di persone dal momento che la ricaduta economica di questa decisione in termini fiscali avrebbe certamente modificato in peggio, la condizione di famiglie che si sarebbero viste togliere, in tal modo, un sostegno finalizzato esclusivamente ad affrontare disagi e problemi quotidiani causati dalla disabilità", prosegue la nota.
“Questo pronunciamento, che in molti hanno commentato politicizzando la questione e approfittandone anche per attaccare il Governo, noi vogliamo che invece diventi solo una questione di riconoscimento dei diritti dei più deboli e sia garanzia di una tutela sociale che non può essere calpestata in base a esigenze di cassa”, aggiunge il Presidente Fand. “Ci rassicura, inoltre, quanto affermato ieri il Ministro del Lavoro Poletti - continua il Presidente Fand - poiché sapere che ‘il Governo applicherà la sentenza del Consiglio di Stato’ è molto importante alle soglie delle prossima campagna fiscale”. Lo stesso Ministro si è detto convinto che “l'attuazione del nuovo Isee rappresenta un indicatore più veritiero e meglio costruito del precedente (…) e che garantisce un accesso più giusto alle prestazioni sociali, anche nel caso delle persone con disabilità”, conclude Bettoni.