20 febbraio 2014 ore: 12:33
Economia

Disoccupato e ciclista: da Pavia a Gibilterra per ritrovare (anche) un lavoro

L’avventura di Riccardo Cambiaghi, che ha già percorso più di metà dei 2.400 chilometri previsti e documenta il suo viaggio in un blog molto seguito. La perdita del lavoro, “una parentesi nella vita. che può portare a una crescita sia professionale sia personale”
ciclista disoccupato in viaggio verso gibilterra... 2

Cinquecentomila pedalate da Pavia allo Stretto di Gibilterra. Questa è la pazza idea di Riccardo Cambiaghi, un pavese di 45 anni che – come dice nel suo blog – fino a tre mesi fa aveva un lavoro e ora l’ha perso. Riccardo era impiegato in un importante tour operator milanese, prima per la promozione in Lombardia e poi per l’organizzazione di viaggi di gruppo e aziendali. Dal 1 novembre 2013, però, è disoccupato. Ha cominciato a mandare curriculum in giro ma, per ora, senza successo.

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E allora cosa ha deciso di fare Riccardo, che a Pavia ha una moglie e una figlia? Di inforcare la bici e andare. “La disoccupazione regala molto tempo libero che ho utilizzato per trovare una nuova occupazione e per dedicarmi un po' di più alla mia famiglia e a me stesso”, scrive. “Da tempo desideravo fare un lungo viaggio in bicicletta, mi sono quindi deciso a partire... Destinazione Gibilterra. Il viaggio occuperà le mie giornate per circa 35 giorni. Ma mi lascerà il tempo per proseguire nella mia attività principale.. Cercarmi un nuovo lavoro! Il ritmo lento della bici mi offrirà l'opportunità di osservare il mondo alla ricerca di idee e nuove possibilità. Sarà un'avventura nuova ogni giorno”.

E così il primo febbraio Riccardo – cicloamatore di lungo corso – è partito davvero, sotto una pioggia battente dal Ponte dell’Impero di Pavia. All’emozione dei primi chilometri si sono accompagnate le riflessioni su cosa vuol dire la perdita del posto di lavoro: “Il lavoro è così importante nella nostra vita, che solo quando lo si perde si capisce quanto siamo legati ad esso, all'ambiente, ai colleghi”, scrive nel primo post del suo lungo viaggio. “La perdita del posto di lavoro è spesso (ormai troppo spesso) una eventualità totalmente indipendente dalle nostre capacità e dalla nostra professionalità. È una parentesi nella vita di una persona che forse può portare ad una crescita sia professionale sia personale”.

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Una volta iniziato a pedalare, sono incominciati per Riccardo anche gli incontri (per lo più con baristi, altri ciclisti, proprietari di alberghi, ma anche artisti, capotreno, receptionist di musei e tanta altra fauna umana), le scoperte casuali, i piccoli inconvenienti e le cose da imparare, di cui il ciclista disoccupato fa una lista alla fine di ogni suo post (così come elenca i chilometri percorsi, il meteo e il livello del suo morale). Ad esempio, il primo giorno ha capito di dover trovare sistemazioni per dormire in cui siano presenti dei caloriferi dove appendere i vestiti da far asciugare. Piccole lezioni della strada.

Il percorso di Riccardo – mediamente di ottanta chilometri al giorno e a volte con tappe di più di cento – sta avendo come stella cometa il mare, dalla Liguria fino a Gibilterra dove – scrive lui, non prendendosi poi tanto sul serio – col mare a sinistra ci arrivo anche senza mappe o Gps.

Novi, Sanremo, Ventimiglia, Mentone, e poi la Costa Azzurra, Montecarlo, Nizza, Cannes, Saint Tropez, Tolone, Marsiglia e la Costa Brava, Lloret de Mar e Barcellona. Sono questi i centri più noti già attraversati da Riccardo e dalla sua bici, ribattezzata Cadiz dalla figlia Vittoria. E in mezzo parchi nazionali, paesini meno conosciuti, bizzarri cartelli stradali, salite e discese che Riccardo descrive con toni epici e documenta con foto, spiagge di sole conchiglie, i Pirenei e persino un cammello che pascola vicino a una capretta.

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Ora Riccardo è a più di metà del suo viaggio, con più di 1.500 chilometri percorsi sui circa 2.400 totali, e il suo blog ha superato le diciassettemila visite. Il suo doping? Come ci dice in uno scambio di mail e come si può vedere in varie foto che ha postato online, croissants di varia forma e tipo.

Con l’aiuto del suo fedele tablet e della moglie Alexandra, che corregge i refusi qua e là presenti nei post, continua a raccontarci ogni giorno sulle sue pedalate verso la porta d’Europa, ed è ancora molto carico per la quindicina di giorni che gli restano da pedalare. Unico neo, come dice lui stesso: nessun datore di lavoro per ora si è fatto vivo. E noi ci chiediamo se e dove trovi il tempo di mandare curriculum. Ma forse la risposta è più semplice: chi è interessato a fargli offerte di lavoro sta aspettando che arrivi a Gibilterra per non rovinare la sua avventura. (Maurizio Molinari)

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