10 marzo 2015 ore: 16:42
Società

Dispersione scolastica, "a rischio almeno 400 ragazzi a Milano"

La stima di padre Brambilla, responsabile delle "Scuole della seconda opportunità". L'esperienza, avviata nel 2001 oggi conta 56 studenti tra Milano, Lodi e Monza
Abbandono, dispersione scolastica: banchi con zainetti

MILANO - Nella sola città di Milano ci sono almeno 400 ragazzi che vanno tra i 14 e i 16 anni a rischio dispersione scolastica. È quanto stima - dati certi non ne esistono - il responsabile del progetto Scuole della seconda opportunità padre Eugenio Brambilla, che da 2001 ha attivato questa forma di educazione popolare per gli studenti che hanno più problemi a scuola. Si è cominciato con la scuola media Arcadia, al quartiere Gratosoglio, con quattro alunni. Oggi ce ne sono in totale 56, la metà dei quali nelle scuole milanesi di Gratosoglio e Barona (media Ilaria Alpi) e gli altri divisi tra 20 a Monza e 11 a Lodi. "Ma la domanda è molto maggiore rispetto a quanto riusciamo a offrire",  spiega il barnabita padre Eugenio Brambilla, prosecutore del filone cominciato dalla scuola I care di don Lorenzo Milani. Un’analisi realizzata su un campione di alunni milanesi, afferma in una nota la Caritas ambrosiana, mostra che il 90% di chi ha frequentato le lezioni nelle Scuole della seconda opportunità è stato promosso alla fine dell’anno.

"Le Scuole della seconda opportunità non sono sostitutive a quella 'ordinaria', ma rappresentano un'alternativa in condizioni ideali per recuperare i ragazzi che rischiano la dispersione", aggiunge Brambilla. Le classi delle Scuole della seconda opportunità, ideate dalla Fondazione Sicomoro per l’istruzione onlus, la cooperativa Farsi Prossimo di Caritas ambrosiana e l’Ordine dei padri barnabiti, nascono con una convenzione tra istituti scolastici e provveditorato regionale agli studi per aprire delle vere e proprie cattedre "esterne" alla scuola. Tutte le classi "distaccate" hanno infatti gli stessi insegnanti della scuola di quartiere, solo che hanno il costante supporto di educatori e si trovano nelle parrocchie, in un ambiente spesso più accogliente per gli studenti. I numeri ridotti rendono poi possibile un lavoro mirato su ogni singolo ragazzo. Orario di studi il solito: dalle 8.30 alle 13. All'inizio dell'esperienza alla Scuola delle seconde opportunità il ragazzo sigla un accordo con professore, famiglia e il nuovo istituto proprio per prendersi la responsabilità di portare a frutto il percorso che sta iniziando. Tutti i ragazzi che rientrano nel progetto sono stati precedentemente segnalati dai consigli di classe prima e dalle scuole poi. L'accompagnamento avviene nei mesi tra luglio e settembre, prima dell'inizio della scuola. Due sono gli indicatori più significativi per il rischio dispersione: "La poca frequenza e il rendimento molto basso segnalano fragilità e conseguente rischio di abbandono scolastico", spiega padre Brambilla.

Infatti non è solo l'assenza dalle aule scolastiche ad essere etichettabile come "dispersione". Ci sono ragazzi che in classe sono "parcheggiati", senza stimoli e senza interessi, invisibili destinati ad ingolfare le file dei 250 mila neet che si trovano in Lombardia. Sono questi i più difficili da riconoscere all'interno delle classi per i quali la Scuola della seconda opportunità può essere il modo per recuperare un gap che rischia altrimenti di essere molto difficile da colmare negli anni. (lb)

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