13 maggio 2017 ore: 11:13
Società

Dispersione scolastica, al Miur prima riunione della cabina di regia

Presieduta dal ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, la cabina sarà composta da rappresentanti del ministero, dell'Anci, dell'Unione delle Province (Upi), dalle Regioni, dal ministero del Lavoro e da tre esperti: Marco Rossi Doria, Anna Serafini e Marco Giovannini. "Entro luglio un documento operativo"
Dispersione scolastica. Zaini sopra i banchi

box ROMA - "Combattere la povertà educativa è la base per combattere le altre povertà: da lì partono le disuguaglianze, così come le opportunità". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, aprendo i lavori della cabina di regia istituita al ministero sulla dispersione scolastica. La cabina è presieduta da Fedeli ed è composta da rappresentanti del Ministero, dell'Associazione dei Comuni Italiani (Anci), dell'Unione delle Province (Upi), delle Regioni, del ministero del Lavoro e da tre esperti individuati dal Ministro che sono Marco Rossi Doria (che coordina la cabina in assenza della Ministra), Anna Serafini e Marco Giovannini.

"Entro luglio la cabina di regia produrrà un documento operativo. La riduzione delle diseguaglianze - sottolinea Fedeli - è un diritto da garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, un beneficio per ciascuna e ciascuno e per la società nel suo complesso. Su questo fronte servono interventi sistemici e di lungo termine, una metodologia d'azione condivisa e partecipata con un forte coinvolgimento dal basso che metta al centro le studentesse e gli studenti, le docenti e i docenti, le famiglie. Dobbiamo contrastare la dispersione e creare opportunita' per chi abbandona i percorsi di istruzione".

A livello europeo quando si parla di "dispersione scolastica" l'indicatore utilizzato per la quantificazione del fenomeno è quello degli early leaving from education and training (Elet) con cui si prende a riferimento la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d'età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado, o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni, e non più in formazione. La strategia di miglioramento Europa2020 prevede che l'Italia porti la quota degli abbandoni precoci al 10%. Nel 2006 questa quota era pari al 20,8%, nel 2015 al 14,7%. (DIRE)

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