19 giugno 2015 ore: 14:41
Immigrazione

District Zero: la storia dei rifugiati siriani raccontata in un documentario

Un documentario per raccontare la vita dei profughi siriani. Il titolo del documentario girato a Zaatari nel marzo 2015, vuole evocare l’idea delle vite dei profughi ferme a un “punto zero” a causa della guerra. District Zero sarà presentato in una serie di festival, in Italia e Europa nei prossimi mesi

ROMA - In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, Oxfam e Echo, la direzione per gli aiuti umanitari della Commissione europea presentano il trailer del nuovo documentario District Zero, come parte della campagna “You save lives”.

Vite sospese e intrappolate in “un punto zero” a causa della guerra siriana. La peggiore emergenza umanitaria degli ultimi tempi, che in oltre quattro anni di guerra ha generato quasi 4 milioni di profughi, e oltre 7.6 milioni di sfollati interni, raccontata attraverso la struggente storia in presa diretta di Maamun Al-Wadi, rifugiato siriano che inizia una nuova vita nel campo profughi di Zaatari, in Giordania, riparando telefonini e aiutando gli amici a stampare foto dei bei tempi andati. L’evento vedrà la partecipazione dell’attrice Margherita Buy, che ha regalato la sua voce per la parte introduttiva della versione italiana del documentario, che sarà presentato in anteprima assoluta al pubblico a settembre ad Expo Milano 2015.

Il documentario. Maamun è uno degli oltre 59,5 milioni di rifugiati e sfollati presenti oggi nel mondo e gestisce un piccolo negozio di telefonini a Zaatari, il secondo campo profughi più grande del pianeta. Ripara telefoni, ricarica batterie e ripristina gli unici collegamenti che i vicini del campo hanno ancora con la Siria. Nel campo profughi sono in molti a frequentare il suo negozio, e grazie alle loro schede di memoria scopriamo com’era la loro vita in Siria un tempo: felicità, routine, vita familiare, ma anche guerra, distruzione, conflitti e terrore. Uno dei momenti più toccanti del documentario è quando Maamun decide di acquistare una stampante, perché i rifugiati del campo possano dare vita ai loro momenti felici attraverso le fotografie. Il titolo del documentario girato a Zaatari nel marzo 2015, evoca l’idea delle vite dei profughi ferme a un “punto zero” a causa della guerra. District Zero sarà presentato in una serie di festival, in Italia e Europa nei prossimi mesi.

La campagna You save lives. District Zero è prodotto nella cornice della campagna You Save Lives, lanciata da Oxfam e Commissione Europea per dare un volto e rendere visibili i 59,5 milioni di rifugiati e sfollati presenti oggi nel mondo, a partire dalle tre peggiori crisi del momento: in Siria, dove da quando la guerra civile è iniziata oltre 4 anni fa, si contano 11,4 milioni di profughi, vale a dire metà della popolazione del paese; in Sud Sudan, uno dei paesi più poveri del mondo, dove in poco più di un anno di conflitto, siamo già a 2 milioni; e in Repubblica Centrafricana  dove la guerra ne ha provocati 860 mila, con metà della popolazione, 2,7 milioni di persone, dipendente dagli aiuti alimentari, e con un tasso di malnutrizione nei bambini sotto 5 anni pari al 40%, uno dei più alti al Mondo. La campagna è sostenuta da una piattaforma digitale che raccoglie le storie e le testimonianze di chi ha dovuto partire dalla propria terra alla disperata ricerca di un rifugio: donne, uomini, vecchi e bambini costretti a salvarsi la vita nella disperazione della fuga, privi di ripari, coperte, vestiti, cibo e acqua, come di sicurezza e protezione, di lavoro, istruzione e denaro per sopravvivere. Tutti senza un presente e a maggior ragione senza un futuro. “Oxfam e la Commissione europea hanno realizzato il documentario Disctrct Zero per mettere in luce la situazione dei rifugiati siriani e di tutto il mondo, e per aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica sull’importanza vitale che gli aiuti umanitari hanno nelle vite di decine di milioni di persone” si legge in una nota.

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