26 maggio 2015 ore: 15:22
Immigrazione

Distruggere i barconi in Libia: Wikileaks rivela i documenti dell'azione militare europea

Sarà sviluppata in tre fasi e potrebbe portare ad un nuovo intervento militare anche sulla terra. Si comincerà il 25 giugno, per circa un anno. Il timore espresso nei documenti è quello di trovare un avvallo internazionale alla missione

MILANO – L'Europa va alla guerra. Ed è una corsa contro il tempo per poter ottenere un avvallo internazionale all'operazione militare rivolta contro i barconi con i quali i trafficanti portano in Europa i migranti. Wikileaks pubblica due documenti che rivelano le caratteristiche della missione militare che l'Unione europea vuole condurre a largo della Libia. Dai generici "bombardamenti alle navi" di cui si è parlato finora, si passa ad un'azione in più fasi, con l'obiettivo della distruzione delle navi.

"Piano approvato dai capi della difesa europea per l'intervento militare contro 'le navi dei rifugiati' in Libia e nel Mediterraneo" e "Consiglio del gruppo europeo politico-militare sull'intervento militare contro 'le navi dei rifugiati' e in Libia e nel Mediterraneo meridionale centrale" sono i titoli dei due documenti. Il primo è quello più importante, mentre il secondo ribadisce la necessità di definire in modo stringente i confini legali della missione.

- L'azione è sviluppata in tre fasi diverse e si prefissa come data d'inizio il 25 giugno. Dovrebbe durare un anno, con report trimestrali che ne descrivano l'evoluzione. La prima fase è quella del lavoro di intelligence, per la quale è previsto anche l'utilizzo di droni. La seconda fase è quella in cui le navi dei trafficanti devono essere fermate e sequestrate, ma finora non c'è ancora una chiara cornice legale entro la quale inscrivere l'operazione. La terza fase potrebbe portare addirittura ad un nuovo conflitto in Libia, anche sulla terraferma.

Il documento dello European union military committe (Eumc) afferma che la bozza approvata "pone le basi per ulteriori sviluppi militari dell'azione". "Non c'è tempo a sufficienza per sviluppare e ottenere dal Consiglio europeo l'approvazione delle opzioni strategico militari", si legge nel rapporto. Obiettivo della missione è "smantellare il modello di business dei network di chi traffica in migranti". La prima fase della missione, quella di intelligence, servirà a stabilire esattamente la portata della missione militare. Ma i problemi cominceranno con la seconda: "Il sequestro delle navi dei trafficanti dipende dalle leggi degli Stati membri e/o dalle Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di cui al capitolo VII della Carta", prosegue il testo. Il documento precisa che le missioni di salvataggio di Frontex "non vanno pubblicizzate per evitare d'incentivare l'arrivo dei migranti". C'è anche la consapevolezza che l'intervento nella rotta del Mediterraneo centrale potrebbe portare ad un aumento dei flussi nella rotta orientale e occidentale.

Insomma, la missione avrà bisogno di un avvallo internazionale per poter proseguire. C'è anche una lista di quali partner l'Europa deve cercare: Unione Africana, Onu, Nato, Lega Araba e altri collaboratori come Egitto, Tunisia e quando ci sarà un governo legittimo la Libia. C'è poi un ultimo riferimento alla possibile presenza dell'Isis (chiamata Daesh nel documento): "La presenza di potenziali presenze di forze ostili come estremisti o terroristi di Daesh deve essere presa in considerazione". (lb)

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