Divertimento e riabilitazione per i bambini con il videogame "GiocaAbile"
ROMA - Ogni bambino ha diritto al tempo libero, al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età. In altri termini il gioco è un diritto di tutti i bambini, anche dei bambini con disabilità. Parte da questo semplice quanto spesso disatteso diritto il progetto GiocAbile, sviluppato dal Laboratorio disabilità neuromotorie infantili nell’ambito del progetto “Crew” e ammesso da Fondazione Cariplo alla terza fase, quella di prototipazione e sviluppo del prodotto. Giocabile sarà quindi uno dei sei concept selezionati per migliorare la qualità della vita di persone con fragilità, frutto del lavoro di coprogettazione di clinici, ricercatori, educatori e formatori, aziende e start up, associazioni e policy maker.
Qualche dato ci aiuta a definire la dimensione del problema: il 2% della popolazione mondiale infantile ha disabilità psicomotorie e in Italia sono circa 40 mila i bambini con questo tipo di disabilità. I bisogni e le esigenze di questa fascia di popolazione non sempre, anzi quasi mai se parliamo di gioco, vengono soddisfatte dal mercato. GiocAbile si candida quindi a colmare questo vuoto, per rispondere al bisogno di integrazione, abilitazione e riabilitazione dei bambini con disabilità motorie con un gioco dalla forte componente tecnologica che sia al tempo stesso abilitante, accessibile e inclusivo.
Si tratta di un videogioco che consente al tempo stesso abilitazione e divertimento: infatti, nelle varie fasi di gioco sarà richiesto ai bambini di compiere diverse tipologie di movimento utilizzando gli arti inferiori o superiori o tutto il corpo; i movimenti saranno studiati con medici e ricercatori, per essere utili anche nella vita di tutti i giorni. Gli obiettivi riabilitativi vengono raggiunti anche grazie alla creazione di oggetti fisici che permettono di interagire con il gioco (guanti, pedane…), progettati sui bisogni e sulle caratteristiche del bambino con disabilità per potenziare da un lato le sue capacità residue e dall’altro per consentirgli di giocare e interagire con bambini normodotati.
“GiocAbile unisce gioco e abilitazione: il bambino infatti, usando anche parti del corpo che generalmente risultano poco utilizzate, riesce a sviluppare funzioni deficitarie - spiega Emilia Biffi, ingegnere biomedico presso l’Area di tecnologie applicate all’Irccs Medea -. La nostra prospettiva di gioco quindi non è penalizzante ma piuttosto incentivante, poiché consente ai bambini con disabilità di interagire alla pari con gli altri bambini e di soddisfare il loro bisogno di socializzazione e condivisione. In una fase successiva del progetto, GiocAbile potrebbe essere utilizzato anche come strumento di riabilitazione con protocolli clinici associati”. Divertimento, interazione, abilitazione e possibilità di adattarsi ai bisogni e alle esigenze di ogni giocatore saranno, secondo il gruppo di lavoro, le caratteristiche vincenti del progetto.