7 dicembre 2018 ore: 16:39
Immigrazione

Dl Salvini, al via il progetto per “adottare” le famiglie che rischiano di finire in strada

Umanitalia è un’iniziativa è di “pacifica disobbedienza civile” ideata da In Migrazione. L’idea è pagare la permanenza nei centri alle persone che stanno per finire per strada. Per ora coinvolte due famiglie, a Rieti e Rignano Flaminio
Migranti in strada con borse

ROMA - Un progetto per “adottare” le famiglie che restano di rimanere per strada per gli effetti del decreto sicurezza. E’ Umanitalia, un progetto di In Migrazione, che attraverso un crowdfunding intende garantire accoglienza alle stesse persone a cui lo Stato sta per negarla. A spiegare l’idea è Simone Andreotti, presidente di In Migrazione: “è la comunità che vuole passare dalle parole ai fatti, praticando una pacifica disobbedienza civile, aiutando subito concretamente quelle famiglie che fino a ieri avevano diritto all’accoglienza e da oggi si trovano a vivere per strada. Un progetto che nasce dalla nostra umanità, dalla nostra civiltà e dal nostro senso delle Istituzioni. Un modo – continua Andreotti - per essere anche al fianco di tutti quei Comuni che si trovano a dover gestire senza strumenti idonei questa massa di persone abbandonate e di tutti quei Prefetti costretti a fare i conti con le conseguenze reali del Decreto Sicurezza”.

Secondo l’associazione con l’entrata in vigore del “Decreto Salvini”, “centinaia di nuclei familiari con bambini piccoli e neonati vengono letteralmente buttati in mezzo a una strada senza alcun sostegno. Sono le famiglie che scappano da guerre e violenze e che avevano chiesto asilo nel nostro Paese e alle quali l’Italia aveva concesso la protezione umanitaria. Famiglie e bambini ospitati in Centri di Accoglienza, dove hanno avviato percorsi di integrazione positivi ed erano in attesa di avere un posto nel virtuoso circuito SPRAR. Ora gli vengono chiuse le porte dell’accoglienza e, da un giorno all’altro, vengono allontanati dai Centri dove dimoravano”.

Per questo In Migrazione lancia il progetto UMANITALIA: un crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso, per accogliere in particolare le persone titolari di protezione umanitaria (che il decreto abolisce). “Non si parla di falsi profughi – puntualizza Andreotti - si tratta di persone con una protezione riconosciuta dal Ministero dell'interno, che il Ministero stesso ha considerato talmente vulnerabili da proporli per l'inserimento nello Sprar e di cui, quindi, è riconosciuta da un lato la vulnerabilità, dall'altro la positività dei percorsi di integrazione avviati. Non si tratta quindi neanche di fannulloni”. Tutte le donazioni ricevute saranno devolute a quelle associazioni e cooperative che gestiscono Centri di accoglienza virtuosi e di qualità in tutta Italia, ospitando nuclei familiari con protezione umanitaria, spiega l’associazione. Saranno garantiti, non solo il vitto e l’alloggio, ma anche i servizi fondamentali per conquistare una concreta autonomia: scuola di italiano, sostegno psicologico e sociale, corsi di formazione professionale e tirocini formativi per i genitori; inserimento e supporto alla scolarizzazione dei minori, assistenza sanitaria e pediatrica, attività ludiche e sportive per l’integrazione dei bambini e delle bambine. “A chi vuole mettere queste persone in mezzo ad una strada determinando una vera e propria espulsione di massa dai centri di accoglienza – conclude Andreotti – rispondiamo garantendo noi quell’accoglienza e, con essa, l’opportunità di proseguire il percorso virtuoso di integrazione già avviato, sostenendo quella buona accoglienza che ogni giorno combatte il Business”.

Le prime due famiglie “adottate” saranno quelle di Abegal e Solomon e di Steve e Victoria.  Abegal e Solomon, lui ghanese e lei nigeriana, sono arrivai in Italia nel 2017, mettendo alla luce due gemelli. Ottenuta la protezione umanitaria sono stati segnalati per l’inserimento nel circuito Sprar. Nel Centro di Accoglienza dove sono ospitati in Provincia di Rieti, gestito in accoglienza diffusa (accoglienza in appartamenti) dalla Cooperativa sociale Il Volo. I due gemelli hanno iniziato a frequentare l’asilo nido. Nonostante l’impegno e la volontà all’integrazione, la famiglia non è ancora però autonoma sul piano economico/lavorativo. Pochi giorni fa la doccia fredda: nessun diritto di accesso allo Sprar e la comunicazione che dovranno prestissimo lasciare l’appartamento del Centro di Accoglienza, pur non avendo un altro posto per dormire e non avendo amici che li possano ospitare. “Vogliamo aiutare questa famiglia a restare nel Centro di Accoglienza e salvarla dalla vita in strada - spiega l’associazione -. Vogliamo garantire altri 4 mesi di accoglienza per portare a termine il percorso di integrazione avviato, colmando il vuoto che il “Decreto Salvini” ha creato”. Steve e Victoria, invece, sono scappati dalla Nigeria, arrivando dopo un viaggio drammatico in Italia, dove è ricominciata la loro vita, che l’anno scorso si è arricchita dalla nascita di Christian. Ottengono la protezione umanitaria e vengono ospitati in un progetto di prima accoglienza diffusa in appartamenti, gestito dal consorzio Meeting Point in Provincia di Roma, nel Comune di Rignano Flaminio, in attesa di entrare in un Centro Sprar. Durante il periodo di accoglienza. “Oggi, per effetto del Decreto Salvini, Steve, Victoria ed il piccolo Christian devono uscire dal Centro, senza speranza e costretti ad una vita difficile, quasi impossibile - scrive In Migrazione -. Gli sforzi e i risultati raggiunti rischiano così di crollare di fronte alla nuova drammatica realtà”. (ec)

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