Dl Salvini, Comboniani: cancella i diritti, Mattarella non firmi
Peggiora il quadro legislativo sull'immigrazione, mette in ulteriore difficolta' i richiedenti asilo ed e' in contrasto con la Dottrina sociale della Chiesa e gli insegnamenti di papa Francesco: e' il giudizio sul "Decreto Salvini" espresso oggi dai missionari comboniani in Italia.
"Intendiamo manifestare il nostro totale disaccordo nei confronti del decreto legge Sicurezza e immigrazione, varato dal Consiglio dei ministri, perche' considera l'immigrazione principalmente come un problema di ordine pubblico" si legge in una nota diffusa dai religiosi. "Il cosiddetto 'decreto Salvini' cancella di fatto i diritti fondamentali degli stranieri e rischia di incrementare ancora di piu' la percezione che i rifugiati sono una minaccia per la sicurezza dei cittadini italiani, e non persone da proteggere. L'aspetto securitario del decreto legge, indiscutibilmente necessario, non deve e non puo' mettere in secondo piano l'aspetto piu' importante, e cioe' che l'immigrazione non e' una maledizione ma una risorsa per la societa'".
I comboniani continuano: "In sintonia con tante associazioni cattoliche e laiche impegnate nel settore dell'immigrazione, deploriamo il fatto che i cambiamenti presentati nella legge vanno a peggiorare invece che migliorare le leggi vigenti in materia di immigrazione. In particolare, contestiamo la sostanziale riduzione della concessione del diritto di asilo per motivi umanitari riservato a poche eccezioni, negando la protezione a chi, ad esempio, proviene da paesi dove c'e' seria instabilita' politica e la vita delle persone e' in pericolo".
Nella nota si legge ancora: "Riteniamo un errore il ridimensionamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo (Sprar) - uno tra i pochi esempi di successo di accoglienza integrata realizzata dai comuni in collaborazione con associazioni volontarie - che andra' ad accrescere il numero di clandestini destinati a languire nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Irragionevole ci pare poi la scelta di raddoppiare i tempi di permanenza nei Centri per il rimpatrio (Cpr) fino a 180 giorni, misura che portera' a prolungare inutilmente la detenzione amministrativa di persone che non hanno commesso alcun crimine".
Quindi, il richiamo al Papa. "Come cristiani e missionari - denunciano i comboniani - riteniamo che l'impianto generale della legge Sicurezza e immigrazione sia in netto contrasto con la dottrina sociale della Chiesa e gli insegnamenti di papa Francesco e dei suoi predecessori che costantemente invitano all'accoglienza di profughi e immigrati, incoraggiandone l'integrazione nella societa'".
I missionari concludono: "Ci rivolgiamo al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, affinche' si rifiuti di apporre la propria firma al decreto Immigrati e sicurezza ed esiga che venga riscritto nel rispetto dei principi di fondo della Costituzione italiana e delle convenzioni internazionali in materia di immigrazione". (DIRE)