21 novembre 2014 ore: 13:21
Disabilità

Doccia gelata sul Fondo non autosufficienza: "Gli accordi non erano questi"

Dopo il passaggio da 250 a 400 milioni le associazioni protestano per la copertura individuata (il fondo famiglia) e per la limitazione dell’aumento al solo 2015. Fish: “Non si toglie al sociale per dare al sociale”. Comitato 16 novembre: “Il governo fa il gioco delle tre carte e si dimostra inaffidabile”
Non autosufficienza. Indennità di accompagnamento

ROMA - Promessa mantenuta, ma solo in parte e comunque non nel modo che ci si aspettava, non nel modo che era stato concordato. L’emendamento alla legge di stabilità che ha alzato da 250 a 400 milioni i finanziamenti del Fondo per la non autosufficienza, ma solo per il 2015, e prendendo i 150 milioni aggiuntivi dal fondo destinato alle politiche familiari, non piace alle associazioni delle persone con disabilità. Intanto perché prende i soldi da un altro fondo destinato a coprire esigenze sociali, e poi perché si limita al solo 2015, confermando invece per gli anni successivi la somma di 250 milioni di euro. Esattamente l’opposto di quanto era stato chiesto con la stabilizzazione del fondo per una cifra di almeno 400 milioni di euro.

Il 4 novembre scorso Fish e Fand avevano incontrato il ministro Poletti mentre il Comitato 16 novembre – che aveva protestato davanti al ministero dell’Economia – era stato ricevuto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio. Dal doppio incontro ne era venuta fuori la decisione di portare il Fondo a 400 milioni e di stabilizzarlo su questa cifra anche negli anni futuri, e si era parlato anche delle coperture, cioè di dove andare a prendere i 150 milioni aggiuntivi.

Di vera e propria “doccia gelata” (il termine richiama la campagna Ice Bucket Challenge sulla Sla, promossa anche dal premier Renzi) parla la Fish, che definisce “pessimi” i segnali che giungono dalla Commissione Bilancio. Il provvedimento è – dice il presidente Vincenzo Falabella – “un fatto gravissimo: si preleva dal sociale per dare al sociale”. “Ma soprattutto – viene detto - qualcuno perde credibilità non solo di fronte a noi, ma di fronte al Paese”: un riferimento evidente al ministro Poletti e al sottosegretario Delrio (e di riflesso al governo nella sua interezza). E chiede un passo indietro: “Il Fondo deve essere realmente strutturale e adeguato e, soprattutto, non si può sottrarre al sociale per dare al sociale. Si trovino altrove le coperture.

Il fatto che l’aumento sia limitato al solo anno 2015 e che nei successivi si rimanga a quota 250 milioni “è gravissimo e la cosa chiama in causa il governo e la sua credibilità”, rilancia Salvatore Usala del “Comitato 16 novembre”. “Ricordiamo al governo gli impegni ufficialmente assunti con la nostra associazione, attraverso le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio in data 4 novembre 2014: in quell'occasione, dopo aver accolto l'invito del sottosegretario ad avere fiducia nelle Istituzioni, dopo aver concordato  "de visu" con lo stesso, che parlava in nome e per conto del Presidente Renzi, la programmazione futura della destinazione del Fna, abbiamo tolto un presidio sotto il Mef. Ora, invece, dalla Commissione Bilancio emerge una situazione che metterebbe il Governo in seria difficoltà e imbarazzo”. “Se – dice Usala - quell'Istituzione che ci ha chiesto fiducia non ottempera a quanto concordato è un serio problema perché ci consegna un governo inaffidabile, un governo che fa il gioco delle tre carte”. “Invitiamo, pertanto, il premier Renzi, i suoi ministri e sottosegretari, nonché la sua maggioranza parlamentare, a dar seguito agli impegni assunti con il Comitato 16 Novembre ed orgogliosamente "twittati" dal sottosegretario Delrio, ovvero Fondo non autosufficienza strutturale pari a 400 milioni a partire dal 2015 e percorso programmatico del piano per la non autosufficienza”.

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